Quando la cronaca ha la precedenza, bisogna essere abili nello stravolgere la scaletta

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Provo ammirazione per chi, a causa di un evento improvviso di cronaca, si trova a dover stravolgere la scaletta ed il proprio registro. Magari conduci una trasmissione concepita appositamente per intrattenere, poi arriva la notizia che  o stravolge i tuoi piani, o – se non altro – ti condiziona.

E’ un argomento, questo, che ho sfiorato già nei mesi scorsi, quando è iniziata la guerra in Ucraina. Mauro Casciari – conduttore de ‘L’Alba dei pazzi viventi‘ su RDS – scriveva: “E così mi ritrovo in un programma comico in diretta alle 05 ad annunciare l’inizio della guerra”.

E su questo sito è già stato trattato – con una puntata divenuta improvvisamente drammatica. per i fatti che avvenivano live – il passaggio dal cazzeggio alla cronaca assai seria.

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Ne scrivo, ricordando anche come il morning show di Radio 105 – Tutto Esaurito – fronteggiò in modo giornalistico il terremoto di Amatrice, prendendo spunto dal podcast “Forty Forti”, che celebra i quarant’anni di Radio Deejay.

A parlare sono Michele Mainardi e Andrea Marchesi, che da  anni conducono  “Deejay Sei Tu”. Conducono il programma che apre le trasmissioni, e di norma usano un tono goliardico, perfetto per iniziare al meglio la giornata. Eppure, la “palestra” radiofonica è costituita anche dal dover essere i primi a parlare di fatti drammatici in tempo reale. Michele: “Non dimenticherò mai la giornata del terremoto dell’Aquila. Siamo stati i primi, e avevamo messaggi dove ci dicevano che era successo un disastro. Abbiamo gestito una situazione di questo tipo”.

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Altro ricordo è quello legato al Ponte Morandi, fatto accaduto un 14 agosto, mentre Radio Deejay era in diretta da Riccione. Il contesto in cui i conduttori si trovavano, e la leggerezza che avrebbero dovuto trasmettere quel giorno, si sono scontrati con la drammaticità dell’accaduto: “Era una situazione surreale. Eravamo all’Aquafan il 14 di agosto. Immaginate il senso di divertimento,  e leggerezza, col ferragosto che stava arrivando. Non essendo genovesi, non sapevamo cosa significasse quel ponte. Abbiamo percepito la gravità della cosa, vedendo il numero di messaggi che stavano arrivando. La necessità di doverti attivare velocemente e cambiare mood, ti porta ad essere molto dinamico. Devi fare lo sforzo di concentrarti e non dire cose che potrebbero generare reazioni sbagliate. Però questa è la famosa ‘palestra’ che ti fa maturare”.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".