Questa mattina ci siamo svegliati con ciò che non avremmo voluto sapere. La guerra tra Russia e Ucraina, purtroppo, non è più un’ipotesi.
Per quanto riguarda il mezzo radiofonico, le operazioni sono cominciate poco prima che scattasse quella fascia che è la più ascoltata e che viene in larga parte coperta dall’intrattenimento. Molte emittenti hanno il proprio “morning show”.
Come devono comportarsi le radio adesso? Da un lato, non dovrebbero distaccarsi proprio dalla propria “missione”, ma dall’altro non si può ignorare l’attualità. Da una parte – ricordo nel 2016, dopo il terremoto ad Amatrice – ci sarà chi chiederà una conduzione poco “leggera” e assolutamente NON frivola, mentre dall’altra troveremo chi chiederà di non deviare rispetto all’abituale intrattenimento.
Naturalmente, emittenti come Radio1, Radio 24 o RTL, sono escluse da questo discorso, mantenendo l’informazione al centro, o con spazi costanti, della propria programmazione. Gli altri? Ad esempio, “Tutto Esaurito” può informare in qualunque momento grazie a Boris Mantova e agli appuntamenti informativi del Tgcom24.
La via più saggia, forse, è quella di parlare di quanto sta accadendo in uno o due blocchi – magari con collegamenti con giornalisti, esperti o anche ascoltatori che abbiano a che fare con le zone coinvolte – chiarendo, alla fine del secondo blocco, che dopo il prossimo brano o la pubblicità, si passerà ad un argomento, magari per sdrammatizzare.
Il potere evocativo della radio
Si parla spesso del “potere evocativo” della radio. Questo concetto si è presentato in modo impressionante questa mattina, quando la radio che stavo ascoltando ha trasmesso il semplice suono delle sirene, il fragore delle bombe. Non c’è stato bisogno di alcuna immagine per avere i brividi pensando ad un evento di guerra che – anche solo rispetto alla Jugoslavia o alle Guerre del Golfo – viene amplificato dalla maggiore possibilità di ricevere sensazioni ed informazioni.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)