Perché la storia del padre che andrà a vedere la finale della Roma, perdendosi la laurea della figlia, ha suscitato clamore?

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Oggi voglio fare una cosa originale. Voglio parlare della storia che forse negli ultimi giorni è passata un po’ sotto silenzio e non ne ha parlato effettivamente nessuno; quella del padre che mercoledì sarà a Budapest a vedere la finale della Roma contro il Siviglia, invece di essere presente alla laurea della figlia.

Lo faccio anche perché vengo considerato il “biografo” dei Lunatici, e il fatto che questo inaspettato clamore sia arrivato dai “nostri”, in un certo senso mi inorgoglisce.  Il fatto che chiunque abbia parlato di quel messaggio, mi riporta ai tempi della prima memorabile stagione, quando il programma notturno di Rai Radio2 faceva notizia sistematicamente, anche perché all’inizio si puntava anche sulla politica.

Oggi la scelta è quella di lasciare che gli ascoltatori indirizzino le puntate. Poi ci sono eventi speciali come le interviste a Ramazzotti o Nek che fanno notizia per l’importanza dei protagonisti. Ma il racconto di Marta – con conseguente dibattito – ha raggiunto in popolarità quasi l’affermazione di Cristina Parodi sulla forza (era il 2018) della Lega. 

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Per chi ancora non lo sapesse – quei pochi – la storia di Marta parte da questo messaggio: “Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male. Mercoledì mi laureo in biologia, ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League tra Roma e Siviglia a Budapest. Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio“.

Questo è il dibattito perfetto per i due conduttori in studio, perché si trovano su due sponde opposte: uno ama il calcio e l’altro no, uno è tifoso e l’altro no. Uno ritiene che si possa scegliere di far prevalere una passione e l’altro no.

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In genere io sono del team-Arduini, da calciofilo, anche se qui è diverso. Ma perché questa storia ha fatto scalpore? In passato Roberto Arduini ha portato in puntata la scelta fra un Lazio-Udinese ed una cerimonia riguardante una parente della compagna. E l’anno scorso sempre per una finale della Roma – Conference League col Feyenoord – arrivò un messaggio simile.

Un’ascoltatrice metteva in dubbio la solidità del matrimonio perché il marito voleva andare a Tirana a vedere i giallorossi invece di partecipare al compleanno della figlia (6 anni).

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Tra i fattori che possono aver reso virale il racconto di Marta possono esserci la rilevanza del trofeo, l’Europa League, ma soprattutto l’unicità dell’evento-Laurea. Un conto è un compleanno, ne perdi uno e ci sarà il prossimo; un conto è la laurea, che in genere per i genitori – specie se si tratta del rapporto mamma-figlio o padre-figlia è giusto un gradino sotto al matrimonio.

Quest’anno le squadre italiane in finale sono tre, ce n’è una per ogni coppa. Eppure, anche quest’anno questo tipo di messaggio è arrivato sulla Roma. Per una puntata a stagione, Arduini e Di Ciancio diventano i Mou-natici.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".