Miley Cyrus – Bangerz: la recensione in anteprima

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Quando ti chiami Miley Cyrus e sei la star del twerking tutti da te si aspettano un dischettino sbarazzino, perfetto per scalare le classifiche giusto con un paio di singoli e pronto a sparire nell’oblio più totale non appena la gente si dimentica della tua ultima provocazione. Ma se metti il progetto nelle mani di produttori del calibro di Neptunes, Dr Luke e Mike WiLL Made It e a ciò aggiungi un team di marketing della madonna, quello che ti ritrovi alla fine è un album eclettico e a tratti sorprendente, pur non essendo, ça va sans dire, un capolavoro.

Bangerz è un progetto con un unico obiettivo, già specificato nel titolo, ovvero quello di spaccare. Già, esattamente come quella Wrecking Ball di cui tanto si è parlato, una traccia intensa ed estremamente coinvolgente, che colpisce metaforicamente l’ascoltatore al cuore con un climax vocale e strumentale molto, molto azzeccato. Il pezzo, diventato già un grandissimo successo in patria, non è tuttavia l’unica interessante ballata che il disco ci regala: ricordiamo con piacere infatti anche la dolce canzone d’apertura Adore You (ci coglie di sorpresa, ci saremmo aspettati un intro dance) e Drive, classicone da ragazza dal cuore spezzato (If forever’s out the door
, I’ll ignore when you call, 
Drive my heart into the night, 
You can drop the keys off in the morning).

Caratteristica essenziale di Bangerz è inoltre la ricerca costante di una contaminazione di generi, il che dà vita (nella maggior parte dei casi) a risultati ben al di sopra della media, come nel caso di Maybe you’re right (sospesa fra rock melodico e pop duro e puro), nel pezzo conclusivo Someone Else, che tenta la strada dell’r&b, oppure ancora in FU, rischioso (ma riuscito) esperimento retrò-dubstep. Tuttavia, Miley non è né una rocker né una reginettta del soul, ma soltanto una popstar, nel senso più stretto del termine, per cui i risultati migliori emergono quando non cerca di esagerare e sforna brani come We Can’t Stop (pezzo straordinario, pur molto commerciale, un inno festaiolo contro gli haterz sempre dietro l’angolo) oppure My Darlin’ (in collaborazione con Future), ispirato dal vocoder e dai cori in dissolvenza del miglior Kanye West.

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Paradossalmente, il vero punto debole del disco sono i momenti in cui l’artista cerca di fare la bad girl a tutti i costi, come nel caso della title track Bangerz (collaborazione con Britney Spears, che ormai più che cantare sussurra), la classica produzione Neptunesiana #GETITRIGHT oppure Do my thang, in cui Miley prova a fare la rapper (sentendosela caldissima, per altro) senza però colpire nel segno. L’unica eccezione a proposito è il brano 4×4 (insieme a un redivivo Nelly), squisita rivisitazione di un genere di hip hop che andava fortissimo nei primi anni duemila, quando questa cantante aveva appena 8 anni.

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Cosa resta, ordunque, di un album come Bangerz? In definitiva, una serie di canzoni molto meno scontate di quanto ci saremmo mai potuti aspettare: Miley Cyrus non ha inventato niente, né tantomeno può essere definita un’artista “impegnata”, ma rimane il fatto che è riuscita a produrre quello che, con ogni probabilità, è il disco pop migliore del 2013. A soli 21 anni, non è certo cosa da poco.

Bangerz cover

 

Tracklist

Adore You
We Can’t Stop – 3:00
SMS (Bangerz) (feat. Britney Spears)
4×4 (feat. Nelly)
My Darlin’ (feat. Future)
Wrecking Ball – 3:43
Love, Money, Party (feat. Big Sean)
#GETITRIGHT
Drive
FU (feat. French Montana)
Do My Thang
Maybe You’re Right
Someone Else

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