m2o ci mette la radio, ma Albertino è il “brand”che “illumina” i colleghi

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Mancano ormai poche ore al lancio di radiom2o, la m2o guidata da Albertino.Lui stesso ha assicurato che ètutto pronto.

Se l’esperimento avrà successo lo capiremo tra qualche mese, anche se avere qualche perplessità è legittimo. Soprattutto non può essere dimenticato il modo “brusco” con cui – per dare carta bianca ad Albertino – è stata posta fine alla “vecchia” m2o.

A tal proposito, permetteteci di dire che facciamo il tifo per tutti coloro che hanno lavorato sotto la vecchia gestione e non mancheremo di segnalare ogni novità che riguarderà ogni elemento della vecchia guardia.Chi scrive spera particolarmente di ritrovare presto i mixati di Osso e la R arrotata che trabocca di storia della Dance, ovvero Dino Brown.

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Detto questo, ciò che appare evidente fin da subito è che m2o mette la radio, poi il brand blasonato che ha illuminato e affascinato chi farà parte della nuova “Deejay Station” è quello di Albertino, un nome che parla da solo.

Con Albertino vorrebbero lavorare tutti, ed è evidente che se ti chiama,tu corri. Pensiamo all’emozione che sta provando Filippo Grondona: quando lui nasceva, Albertino aveva già una quindicina d’anni di carriera alle spalle.

Pensiamo anche a Walter Pizulli, che dopo vent’anni ha lasciato Discoradio – dove ormai era il punto di rifermento a livello artistico – per andare da Albertino. Si dice che sia meglio essere “primi in un villaggio che secondi a Roma”, ma Walter considera Albertino il suo Ronaldo. L’occasione dev’essere stata troppo ghiotta per lasciarsela scappare.

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Abbiamo parlato in questi giorni di un ritorno che ci sembra clamoroso, credendo che  avesse definitivamente chiuso con la radio più di 10 anni fa: stiamo parlando di Ilario Albertani.  Poi, c’è Giancarlo Cattaneo che ha lasciato Capital per cambiare studio, ma soprattutto tipologia di programmazione musicale.

L’ultimo “caso” è quello di Marlen Pizzo, che ha parlato sui social di un sogno che si avvera pur arrivando da un’emittente con 5 milioni  e mezzo di ascoltatori ed ha una copertura tale da essere ascoltabile anche in galleria e con la radio spenta. Quando approdi in una radio che ha una copertura ben più limitata, che fino a ieri aveva quattro milioni di ascoltatori in meno e che soprattutto riparte da zero, normalmente si parlerebbe di un pesante ridimensionamento.

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Ma siccome il fascino professionale di Albertino è irresistibile, passa di lì, ti prende e ti porta via. Lavorare con Albertino dev’essere un’esperienza tale, che uno speaker la farebbe pure se fosse chiamato a lavorare Radio Sgabuzzino Mono. Questo è perché – indipendentemente da come andrà a finire e dai risultati che si otterranno – un’esperienza comune con Albertino resterà indelebile nel curriculum di chi lo affiancherà.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".