La vittoria di Marco Mazzoli all’Isola dei Famosi spiega benissimo 24 anni di Zoo

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Nella storia dello Zoo di 105 – gli ascoltatori fedeli lo sanno – c’è stato tutto ed il contrario di tutto. C’è stata fratellanza, simil-odio, frecciatine rappacificazioni e ri-fratellanza.

In virtù di questo, è perfettamente normale che un conduttore passi vent’anni a criticare i Reality finendo poi per partecipare e vincere.

Ma la chiusura dell’edizione dell’Isola dei Famosi risponde anche in un altro modo alla domanda “Cos’é lo Zoo?”. Lo Zoo è quel programma radiofonico che in ventiquattro anni si è costruito un seguito fatto di gente che – pur   inizialmente senza troppo entusiasmo – è stata disposta a seguire una trasmissione tradizionalmente malvista dalla “Cumpa”, e a guardare puntata per puntata fino all’una di notte per far “vincere lo Zoo“.

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Se il film “On Air” non aveva dato i frutti sperati – forse anche perché interpretato come un atto di vanità del conduttore – questa volta il pubblico del Programma che non piace ha colto l’occasione per dimostrare la propria forza; una forza che è evidente da anni, ma non tutti guardano i dati d’ascolto, e spesso – per sminuire i numeri dello Zoo – se ne sminuiscono superficialmente gli ascoltatori, conquistati da quattro volgarità.

Questa volta, l’attaccamento del “Popolo dello Zoo” è andato in onda su Canale 5 ed è reale, senza sensibilizzazioni su sondaggi radiofonici o richieste di risposte a numeri sconosciuti.

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Il grande lavoro di Fabio Alisei

Va sottolineato il lavoro di Lucilla su Telegram, e soprattutto quello di Fabio Alisei, il “coordinatore” della squadra in assenza di Mazzoli e Paolo Noise, lo stratega nelle varie fasi, ma soprattutto il motivatore.

Alisei non ha mai preso in considerazione la possibilità di andare in Honduras per “giocare”. L’unico scenario possibile per lui era quello della vittoria quindi, soprattutto nelle prime settimane, è stato il “Motivatore” dei due “profughi”, anche perché il resto della squadra in studio faceva di tutto perché l’avventura potesse proseguire senza che il programma perdesse colpi.

Quando i naufraghi pregavano di poter tornare a casa, l’uomo degli ‘sgabelli cacati’ affermava: “Qui stiamo sputando sangue per fargli far sta roba. Non esiste che adesso son stanchi. Cosa hai fatto, due giri sulla spiaggia? Allora andavi a Loano col materassino. Adesso, se sei un uomo stai là e vinci. Se torni qua perché sei un po’ stanchino, ti infilo il microfono in cu…”.

Dopo un breve collegamento telefonico avvenuto questo pomeriggio, l’Orango-Marco – sostenuto dal proprio pubblico con una fedeltà che fa impallidire il Kurtz di Conrad – tornerà in onda. Ma non sarà lo stesso di prima: sarà una persona diversa, migliore, colpita da un click. Ma continuerà a…..spaccare!

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Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".