Fra le stracittadine d’Italia, forse la partita fra Lazio e Roma è la più sentita, quella più accesa. Di certo è la gara che merita di essere seguita facendo zapping sulle radio dedicate alle realtà calcistiche.
Tutto sommato possiamo dire che le reazioni sono state più razionali del previsto. Certo, non sono mancati grandi classici come: “I pre e post-partita sono diversi. Esistono da più tempo, però hanno meno storia, meno radici nella città”; però, se consideriamo che il gol del 2-0 avrebbe potuto essere tramutato nel rigore del possibile 1-1 con ipotizzabile svolta del match, i commenti sono stati rivolti più alla tattica che all’arbitro Guida.
Ovviamente, durante la cronaca si diceva: “Se non dà rigore mi alzo e me ne vado” (Tele Radio Stereo), ma l’impressione di diversi opinionisti e conduttori pare essere stata quella di un Mourinho che ha spostato – a DAZN prima e con la mancata conferenza stampa poi – l’attenzione dalla partita verso altri fattori. Il rigore assegnato ai giallorossi è stato classificato da tutti come “rigore di Mourinho”, generato dai comportamenti del tecnico portoghese dopo il raddoppio biancoceleste.
Emblematiche sono le parole con cui Mario Corsi – Marione – ha aperto l’inizio di settimana di ‘Te la do io Tokyo’: “Spero sia chiaro che Mourinho ha parlato di arbitri, di conferenze stampa per non parlare della partita.. Il primo rigore era grosso come una casa e non l’ha dato. Dopodiché, ha compensato dando il secondo, che secondo me non c’era. Dopodiché, dobbiamo parlare della partita. Mourinho ha capito come funziona a Roma, ma a noi manca la difesa”.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)