Vivere parecchio distante da Roma mi impedisce di viaggiare nell’etere capitolino semplicemente girando la manopola nell’FM. La radiofonia romana è qualcosa che – per quanto possibile – cerco di conoscere, anche se sono costretto a pensare “oggi ascolto questo”.
La radio a Roma è forse un mondo a parte, e potrebbe quasi permettermi di “snobbare” i network. Tra trasmissioni che generano polemiche e personaggi talvolta controversi, l’offerta è ampia e variegata (per quel che conosco sinora sfruttando smart radio e applicazioni varie).
E poi, tra chi suona le migliori e chi invece sta fuori dal coro, tra chi si evolve e chi si ritiene primo da sempre, c’è il fantastico mondo delle radio “calcistiche”, quelle che Fabio Capello qualche mese fa consigliava a Paulo Fonseca di evitare.
Finché ne senti parlare e basta, credi che quello della leggerissima volubilità della radio “tifosa” sia un mito. Invece no. E’ bastato l’annuncio di José Mourinho futuro mister della sponda giallorossa per capire che è tutto meravigliosamente vero.
Due giorni fa Dan Friedkin era un “Pallotta 2.0”, mentre ieri – con tanto di “Passo di corsa dei Bersaglieri” in sottofondo – il tono era: “allegri, è arrivato Mourinho“.
La squadra giallorossa aveva comunque perso 6-2 a Manchester e 2-0 a Genova. Il discorso di Fonseca sul settimo posto risale solo a 4 giorni fa, ma è bastato un “deige Roma“, secondo Sky UK, per arrivare a: “Mi abbono anche se non si può andare allo stadio”, o “me faccio tutto, Astrazenica Pfizer, Sputnik, l’anima de li mor….”
Senza considerare che su Twich è comparsa un’immagine dello “special one” a mò, o meglio a Mou, di Giulio Cesare. Passando da una radio all’altra – per ovvi motivi le emittenti ufficiali le evito – anche gli ascoltatori non scherzano. Si passa – sempre da un giorno all’altro – da “squadra scarsa”, “tecnico incompetente”, e “società assente e silente”, a “Con Mourinho si apre un ciclo”. In attesa di vedere cosa otterrà l’ex Inter da questa esperienza, si può solo constatare che sì, è tutto meravigliosamente vero.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)