Dopo più di cinquant’anni di carriera, i Cugini di Campagna esordiscono a Sanremo con “Lettera 22”, brano scritto da La Rappresentante di Lista.
In pratica c’è un passaggio indiretto da “Anima mia, torna a casa tua”, ad “Anima mia, ciao ciao”. C’è un gustoso episodio che riguarda quelli che potremmo definire “Maneskin ante litteram“; un aneddoto che quando l’ho sentito, ho deciso di giocarmelo in prossimità del Festival.
Quando Emilio Pappagallo, Alessandro Tirocchi e Dejan Cetnikovic stavano partendo per Belgrado, in studio Maurizio Paniconi e Marco Muscarà hanno condotto una puntata speciale del “Rock Show”.
Muscarà ha raccontato che ai tempi del liceo, un compagno di scuola si risvegliò dal coma – dopo un incidente – ascoltando le canzoni di Antonello Venditti. A fine anno, la scuola cercò di invitare Antonello Venditti senza riuscirci. Scattò, dunque, il Piano B, perché la preside aveva un contatto coi Cugini di Campagna, tornati di moda oggi – forse – ma forse un pelo fuori target per dei liceali del 2002.
Visto che a fine anno si fanno i gavettoni, in questo podcast è stato raccontato che: “Arrivarono vestiti nel loro modo. Ma l’ultimo dell’anno si fanno i gavettoni. Ci girammo, vedemmo queste persone vestite in modo particolare e decidemmo di ‘aggredirli’ con ‘fuoco nemico’. Rientrarono di corsa in macchina e ripartirono completamente fradici, senza suonare. Erano venuti in pace, probabilmente anche gratuitamente. A distanza di anni, devo dire che è stata una cosa terribile. Spero di poterli intervistare un giorno, per poter chiedere scusa”.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)