Radio Capital: Marco Baldini dice la sua

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Anche un esperto di Radio – da quarant’anni – come Marco Baldini ha espresso la sua opinione su quanto sta accadendo a Radio Capital.

Ecco cosa ha scritto su Facebook: “Buonasera. Mi sento in dovere di spendere due parole su Radio Capital, non da esperto di radiofonia perché malgrado la mia militanza quarantennale nel mondo radiofonico non mi reputo tale bensì in qualità di ascoltatore.

Non sto facendo un’ analisi di quello che è accaduto perché ancora gli effetti di certe scelte editoriali non si sono fatti troppo sentire ma di quello che potrebbe accadere. Cerco di spiegarmi.
La radiofonia italiana negli ultimi anni si e appiattita, non sto parlando solo dei network che ormai da anni viaggiano con le logiche televisive ma anche delle “ private “ ,come si diceva un tempo, cioè delle radio cittadine e regionali.

Prendendo esempio dall’America alcuni gruppi editoriali hanno ben pensato che lottizzare la radiofonia fosse una mossa vincente. Vi faccio un esempio : se ho una radio sola il mio messaggio arriva a pochi, se invece creo un gruppo che ha 5/6 radio riesco a raggiungere piu persone.
A Voi do’ l’illusione che il mio messaggio sia talmente giusto che sia trasmesso da più radio in realtà sono io , lo stesso editore che ve lo dico da 5/6 parti diverse.

In America ormai ci sono gruppi che hanno svariate radio e chi ha una sola radio e’ schiacciato dalle dinamiche pubblicitarie per cui deve chiudere perché non sopravvive.
In Italia da un po’ di anni stiamo facendo la stessa cosa. Poche sono le radio che non appartengono a nessun gruppo. Ci sono quattro Poli che monopolizzano tutto il mercato radiofonico, tutti network. Le radio “ private “ regionali e cittadine che un tempo erano le vere voci libere invece di essere entità diverse cercano di scimmiottare i programmi dei poli più importanti e così non offrono nessuna alternativa a chi cerca qualcosa di diverso. A Roma Ho sentito cloni della “ Zanzara “ dello “ Zoo di 105 “ di “ Deejay chiama Italia” e così via. Ma credo sia proprio a tutta Italia.
Ci sono alcuni editori “ illuminati “ che conosco personalmente che credono che assumere personaggi famosi/televisivi/cinematografici possa aumentare il loro ascolto.
Qualcuno mi ha detto ( giuro che è vero ) :- “ Se qualche creditore ti chiama in diretta famo na caciara e famo gli ascolti “- Non credo ci sia da aggiungere altro.
L’unica VERA radio libera con la quale ho avuto il piacere di collaborare e’ RADIO ROCK ROMA. Per colpe sicuramente mie o necessità che è inutile spiegare la collaborazione si è interrotta ma credetemi è stato uno dei miei pochi rammarici.
Ed eccoci arrivati a RADIO CAPITAL . Era un isola felice, nonostante facesse parte di un importante polo radiofonico era per musica e contenuti qualcosa di diverso. Una rarità. Mi sembrava di sentire RADIO CAROLINA del film “ I love radio rock “.
Da qualche tempo ho sentito che certe cose sono sparite e altre saranno cambiate.
Ho letto di dinamiche legate a scelte editoriali, evoluzione della radio e altre cazzate simili.
Forse per chi decide certe persone erano considerate troppo vecchie senza tenere conto che in America un dj radiofonico che si rispetti ha almeno 50 anni perché a quell’età hai cose da raccontare ma lasciamo perdere la questione anagrafica.

Questa è la prova che il mondo della radio, dell’informazione e dell’intrattenimento si sta omologando. Siamo diventati una società di cartone.
Lo so che non ho detto niente di nuovo ma pensateci ogni volta che vi illudete che il vostro pensiero e la vostra musica vengano trasmessi, questo accadrà solo se sarete in sintonia con la linea editoriale della radio.
Un tempo Noi eravamo etichettati come “ radio libere “ adesso solo come radio cioè solo elettrodomestici”.

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".