Provenzano: “Il mio lavoro non è fare lo speaker. Purtroppo la ricerca di visibilità prevale sul prodotto”

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Il noto DJ e producer Amerigo Provenano ha preso parte all’inaugurazione dei nuovi studi di Radio Emotions. Alcune parti dell’intervista sono fortemente corrispondenti a questa intervista di qualche settimana fa, per cui le affronteremo in modo breve e discorsivo.

Di fatti, in avvio si è parlato della nascita da zero di m2o, del fatto che sia nata senza un nome, delle compilation dal basso costo e dal contenuto ignoto che di fatto fungevano da unico veicolo promozionale dell’emittente nata da Italia Radio e volta a coinvolgere i giovanissimi. Nell’entusiasmo generale, si cercavano voci anche nei modi più disparati: “All’interno delle compilation cercavamo di mettere dei video che parlassero della radio. I piccoli video promozionali sono diventati dei film. Ho pensato di fare delle candid, scherzi ai danni di Renéè. Mila e Fabio Amoroso”.

Sulla nascita della radio: Out of Mind è stato il primo programma della radio, che era musica allo stato puro, e Mila era una delle voci che abbiamo preso in giro per il quartiere. Ha interpretato il programma – per due ore, di pomeriggio, in maniera fantastica. Poi siamo passati ad ‘Out of mind live’, è arrivata Renée fino al ‘Provenzano DJ Show’ e ‘Music Zone’.

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Provenzano e l’esperienza con l’insegnamento: “Un’esperienza bellissima all’Università della Musica di Roma. Abbiamo trovato così Omich e Mattei“.

Real Trust? “Quando Molinaro mi ha portato l’idea ho capito che era un’idea valida. Ha creato un programma storico. Abbiamo avuto anni fantastici per il palinsesto, con Gigi D’Agostino, Gabry Ponte, Molella, Prezioso. Siamo partiti da zero e abbiamo avuto una crescita esponenziale. Tutti volevano venire da noi.Ed eravamo una vera startup“.

Cambiamento del mondo della radio negli anni? “A un certo punto, il percorso delle radio si è allontanato dal prodotto, e sono nati i primi problemi. E’ diventato un discorso di marketing e di brand. Se fai un prodotto artistico, e questo viene valutato per quanto appari, il prodotto artistico viene declassato. Una volta la radio era caratterizzata dal tipo di musica, poi dal parlato. Adesso i grandi network sono tutti uguali e si rivolgono allo stesso target”.

La radio al giorno d’oggi: “La radio fa fatica perché per sentire un disco nuovo oggi bastano YouTube, Spotify o il telefonino.Quindi, serve un prodotto esclusivo. Anche se comunque, posso andare su Spotify e farmi dire che musica mi piace, per il meccanismo degli algoritmi.Bisogna differenziarsi, anche se la concessionaria non te lo permette, o non vuole che tu lo faccia”.

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I rapporti con gli ex m2o? “Ho rapporti con tutti. DJ Ross e Renée si sono beccati scherzi continui da me, e Rossano mi chiama Pierino. Da quando mi sono trasferito a Milano giochiamo insieme a  calcio a 7″.

Speaker o DJ produttore? Lo speaker non è il mio lavoro. Ho parlato alla radio mio malgrado, ma lo faccio fare a chi è più bravo. Non ho una voce propriamente radiofonica, anche perché faccio radio da 30 anni. Continuo a fare il DJ con le serate e a produrre”.

Ma viviamo – secondo Provenzano – in una società dominata dalla ricerca della visibilità: “Conta più la visibilità del contenuto. Quando Ramazzotti fa un cameo nel video di Rovazzi, pensi che il mondo è finito. Siamo schiavi dei followers. Poi, prendi qualcuno che ne ha milioni ma non parla mai della radio su cui trasmette, anche se l’hai preso per fare quello”.

In riferimento ai recenti avvenimenti: “Abbiamo percepito tanto affetto e tanta stima. Girando incontro addetti ai lavori e qualcuno è un po imbarazzato perché da una parte c’è la stima, ma incredulità per quello che è successo e per come è successo. C’è quella paura recondita secondo cui ‘se è successo a te, può capitare a me'”. 

E infine, parlando brevemente di calcio, si torna sulla visione del modo di gestire le aziende. E Provenzano, essendo romanista,di cose da dire ne avrebbe parecchie ultimamente: “Da tifoso sono diventato cliente. Ma il cliente ha bisogno di punti di riferimento, Si affeziona e deve sentirsi parte di qualcosa. Mi sono ritrovato mio nipote di 10 anni fan di Ronaldo. Puoi aver fatto scelte commerciali ed economiche, ma finché non arriva un nuovo Totti o non vinci qualcosa, perdi i nuovi tifosi”. 

Che musica ascolta Provenzano nel privato? “Ascolto le radio della Roma,o comunque gente che parla, perché a livello nazionale non c’è nulla di clamorosamente interessante, e non posso ascoltare musica nuova, perché  l’ho già ascoltata”.  

Cosa gli manca di m2o? “Quando fai una certa vita per 17 anni qualcosa ti manca. Ma ora sto bene perché ho tempo per me. Mi mancano gli amici,o ospitare i produttori”.

GUARDA LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA CON DJ SET

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Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".