
Un anno fa, quando si era fatta largo l’idea di un calcio di Serie A con 10 partite in 10 orari diversi, Riccardo Cucchi esultava così: “A 61 anni dalla sua nascita, #Tuttoilcalcio potrà continuare a ritagliarsi il suo piccolo spazio radiofonico nell’era del calcio in tv”.
Possiamo dire che – nonostante il turno debba ancora concludersi – la prima giornata di campionato ha visto il calcio a pagamento, DAZN, essere il miglior spot per il pallone alla radio raccontato da “Tutto il calcio”, ma anche dalle realtà locali.
Dopo giorni passati a parlare di doppie visioni – manco si trattasse di qualcosa di mistico – di utenze, aumenti e canali aggiuntivi, ecco che alla partenza si sono palesati problemi di accesso, e formule quali “Siamo spiacenti” e “Qualcosa non ha funzionato”. Quella che si è appena aperta, per DAZN è la quinta stagione in Italia.
Visualizza questo post su Instagram
Alla lunga, nonostante i link messi a disposizione degli abbonati da parte della piattaforma, chi scrive, stufo di tentare accessi, ha deciso di tornare all’antica. Invece che vedere – cosa a tratti rivelatasi un’utopia nelle ultime ore – ascoltare, immaginare. Ciò che si faceva quando il calcio non era fruibile in tuti i luoghi e in tutti i laghi.
Chiaramente, essendo oggi il calcio sempre a disposizione – almeno in teoria – non tutte le voci sono inconfondibili, almeno per me. Ma se una volta era un fenomeno di massa, fonte primaria di aggiornamenti pallonari in diretta, oggi – dopo 62 anni – “Tutto il Calcio” è comunque lì, con le sue radiocronache. Sempre sul pezzo, anche quando la “modernità” fa cilecca.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)