Ha destato scalpore l’intervento di Giuseppe Cruciani al congresso di Verona sulle famiglie una settimana fa. Chi ne ha parlato, ha puntato il dito contro il suo stile di vita, o si è chiesto che libertà ci sia nel voler abrogare diritti acquisiti.
Al congresso di Verona – che a chi scrive queste righe ha fatto ampiamente orrore – nessuno ha potuto “abrogare”, ma tutti hanno discusso ed espresso il proprio pensiero.
Ciò che oggi deve preoccupare, è che non solo si cerca di impedire l’azione – cosa in certi casi giusta – ma si pretende di bandire anche la possibilità di espressione. E la censura spesso arriva da chi si dichiara democratico e combattente per la causa del libero pensiero. Però l’importante è che il pensiero sia libero a patto che sia scelto tra quelli precompilati da una società benpensante.
La presenza del conduttore de La Zanzara a Verona, non dovrebbe sorprendere affatto. Lui non è uno di loro,ma ha difeso la loro libertà di parola. Se poi tale parola vorrà trasformarsi in legge allora lui starà “sulla barricata” a difendere matrimonio gay, aborto e prostituzione.
La trasmissione di Radio 24 ha successo perché è uno dei pochi esempi di espressione che non tiene minimamente conto dei limiti – sempre più stringenti – posti dal cosiddetto buonsenso. Per due ore – anche se poi David Parenzo cerca, sbraitando, di richiudere il recinto – c’è qualcuno che parla e fa parlare a ruota libera senza badare alle associazioni di categoria, agli eventuali insulti che arrivano dai social, o al fatto che “questo non si può dire perché magari urti la sensibilità di qualcuno”.
Cruciani non cita il principio attribuito a Voltaire per prendersi l’applauso, anche perché se per sbaglio lo facesse sembrerebbe un intellettuale, quindi probabilmente si butterebbe giù il microfono da solo. Semplicemente lui il principio attribuito a Voltaire lo applica. E basta.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)