
Giovedì su RTR 99 Andrea Torre ha fatto rivivere lo storico programma di Radio2 “Supersonic” ospitando Gigi Marziali, – già presente nella prima puntata di Radiostory – Paolo Testa ed Antonio De Robertis. Presente anche Dante Renzetti, e telefonicamente il noto giornalista – conduttore del programma per due anni – Paolo Francisci.
Perfino chi scrive – nato negli anni Ottanta – ha trovato spunti per poter buttar giù qualche riga. Innanzitutto, è incredibile che un programma innovativo e goliardico come “Supersonic” sia terminato quando ormai l’esplosione del rinnovamento portato dalle radio libere era compiuta e di fatto inarrestabile.
In pratica, pensandoci oggi, è come se la Rai dell’epoca – che qualcosa di innovativo per le mani ce l’aveva – avesse fatto retromarcia mentre si andava compiendo il futuro. Questo è ciò che si percepisce ascoltando la puntata, che trovate qui sotto.
Ma soprattutto: oggi ci stiamo abituando ad annunci e disannunci in cui si parla di brano “streammato” milioni di volte, di “challenge su TikTok”, di serie su Netflix. Ecco, forse rispetto agli anni Settanta, ci stiamo abituando ad una radio che tende ad inseguire Spotify, i social o addirittura le serie TV.
Abbiamo scritto più volte qui che la radio del futuro probabilmente sarà basata sul contenuto piuttosto che sulla musica. E’ vero che Spotify ha fagocitato gran parte dell’ascolto, MA non è detto che la radio debba per forza consegnarsi alle piattaforme o ai social.
Emblematico della radio che veniva seguita invece di inseguire, che lanciava invece di rilanciare, è un passaggio che ci ha suggerito questo articolo, e che non vedevamo l’ora di approfondire. A proposito di Barry White: “Abbiamo costretto la PolyGram a cambiare singolo. Loro avevano puntato su ‘Can’t Get Enough for Your Love Babe’, mentre noi abbiamo messo ‘You’re the First, the Last, My Everything’ e dopo una settimana è uscito il 45 giri col bollino ‘Un successo di Supersonic'”.
E’ possibile riascoltare Supersonic – apprezzando le singole personalità dei conduttori – su Raiplay Sound.
Chiudiamo – a proposito del rapporto tra radio e social network – con una considerazione che si trova a pagina 93 del libro di Enzo Mauri “Voci alla radio“. Umberto Labozzetta – collaboratore di Claudio Cecchetto a Radio Deejay – sottolinea come la radio abbia rinunciato alla propria mission della ricerca. Inoltre: “Le emittenti radiofoniche, poi, rincorrono troppo i social network, che in realtà sono concorrenti, e in questo modo si dà loro troppa visibilità”.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)