Abbiamo più volte parlato del programma di Pierluigi Diaco “Ti Sento”, in onda su Rai Radio2. La trasmissione è improntata sull’ascoltare prima ancora che sul sentire, e chi sta al microfono punta realmente a far sentire a proprio agio l’interlocutore al telefono mostrando concreto interesse per ogni storia.
Nella puntata di ieri – incentrata sul tema della scelta con conseguente rinuncia – lo speaker ha fatto una riflessione interessante: “Se potessi farei una legge applicata alla radio pubblica: chi dice qualcosa di interessante, non deve essere interrotto dal conduttore. Siamo abituati ad un tipo di radio dove gli interventi non devono durare più di 2 minuti, massimo 3. Con queste leggi, non consenti alle persone di raccontarsi, e a quelle più anziane di regalarci quello che ci è stato appena regalato”.
Il riferimento è alla telefonata di Corrado – durata 8 minuti, eresia per la radiofonia in generale – e telefonata che per Diaco – che di radio privata ne ha fatta parecchia – ha “reso grande la radio italiana”.
Un’altra storia che ha colpito gli ascoltatori è quella di Raffaele, il quale in chiusura di collegamento ha ben sintetizzato l’essenza della trasmissione: “Grazie a te, la nostra storia non è una disgrazia personale, ma qualcosa di condiviso con chi ha vissuto la nostra stessa esperienza. Quindi non ci sentiamo bersagliati dal destino ma sostenuti“.
Diaco ha ribadito: “Il programma lo fate voi. Io mi metto in ascolto. Ho imparato a farlo dopo tanti anni di radio, ed è il più grande raggiungimento sul piano umano e professionale”.
Stefano Beccacece