Marillion: storia e discografia

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I Marillion sono una band di enorme importanza per la scena musicale mondiale, troppo spessa associata soltanto alla loro hit di maggior successo: Kayleigh (1985). In realtà questo gruppo nato nel 1979 ad Aylesbury, vicino a Birmingham, ha segnato una vera e propria svolta musicale per il vecchio progressive rock, ormai in via d’estinzione, divenendo la guida del cosiddetto new prog, che annoverava molti altri gruppi di minor successo, come Twelfth Night, Pallas, Pendragon e IQ.

La band nei primi anni si fa un nome girando per piccoli locali, soprattutto dall’avvento del cantante scozzese Derek Dick, soprannominato Fish per le sue lunghe sedute in vasca da bagno (narra la leggenda). Il tappeto musicale ideato dal geniale trinomio Kelly/Rothery/Trewavas finisce per accoppiarsi alle liriche poetiche del geniale cantante per un mix che non ha eguali nel genere e fa gridare a molti ai nuovi Genesis. Su questo la critica storcerà parecchio il naso, ma ai fan estasiati non importa, e giustamente. I Marillion formano subito un seguito di culto, e ben al di là dei confini nazionali. Fanzine e fan club nascono come funghi, riuniti nell’etichetta unica The Web (dal titolo di una loro struggente canzone contenuta nel primo album).

Il primo LP Script for a Jester’s Tear è rivoluzionario. Sei soli brani mediamente della lunghezza di 7 minuti l’uno vanno in completa controtendenza rispetto e punk, dance e new wave imperanti e raccolgono il consenso di quella parte della generazione degli eighties che detesta il disimpegno, anche musicale, e ama ancora certe sonorità. Da segnalare il brano Grendel, del 1981, durata 17 minuti. Un vero manifesto di quei primi anni, purtroppo mai più eseguito dal vivo dopo il 1983 (il brano contiene una rivisitazione della leggenda di Beowulf, vista dagli occhi del “carnefice”). Nel 1984 esce Fugazi, album più maturo ma sulla stessa falsariga del precedente. Poi nel 1985 la svolta commerciale con la bomba Misplaced Childhood, un concept album che contiene una sfilza di brani entrati nel mito tra cui la suddetta Kayleigh (ma anche gli altri singoli Lavender che sul disco ne costituisce il proseguimento, e Heart of Lothian).

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Col successo arrivano i primi dissidi tra Fish e il resto della band, che si materializzano con ancora maggior forza dopo l’uscita di Clutching at Straws, due anni dopo, e il lunghissimo tour che ne seguirà. Il singolo Incommunicado ottiene un discreto successo, ma è l’album intero, ancora una volta un concept, a risultare di una maturità sconvolgente. Quasi un testamento per questa prima fase della band che infatti vedrà il doloroso allontanamento volontario di Fish, che si dedicherà a una carriera solista di scarso successo, nonostante due bellissimi dischi come Vigil in a Wilderness of Mirrors e il successivo Internal Exile del 91.

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I Marillion dal canto loro imbarcano un nuovo cantante, Steve Hogarth, che causerà l’allontanamento di gran parte dei vecchi fan, relegando la band a un ruolo marginale nel mondo della musica rock, anche qui nonostante due belle prove come Season’s End e Holidays in Eden. Il 1994 vedrà il tentativo di tornare ad antiche sonorità con Brave, un altro concept che però deluderà i vecchi fan senza peraltro incontrarne di nuovi. Seguono altri dieci dischi tutti più o meno rimasti nell’underground per una band che ha comunque il merito di non aver mollato mai nonostante i tempi del successo vero siano ormai lontanissimi.

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Componenti storici della band
Mick Pointer – batteria (fino al 1983)
Ian Mosley – batteria (dal 1984)
Steve Rothery – chitarra
Fish – voce (fino al 1988)
Steve Hogarth – voce, piano (dal 1988)
Mark Kelly – tastiere
Pete Trewavas – basso

Discografia
Script for a Jester’s Tear (1983)
Fugazi (1984)
Misplaced Childhood (1985)
Clutching at Straws (1987)
Seasons End (1989)
Holidays in Eden (1991)
Brave (1994)
Afraid of Sunlight (1995)
This Strange Engine (1997)
Radiation (1998)
marillion.com (1999)
Anoraknophobia (2001)
Marbles (2004)
Somewhere Else (2007)
Happiness Is the Road (2008)
Less Is More (2009)
Sounds That Can’t Be Made (2012)

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About Luca Landoni 20276 Articles
Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Lombardia. Amante in particolare di gothic/dark e progressive rock. Ha lasciato il cuore nei Marillion epoca Fish. Contatto diretto: blog@gamefox.it