Sembra proprio che qualcosa si stia muovendo anche in Italia rispetto al delicato tema della libera concorrenza in materia di diritto d’autore: è di pochi giorni fa, infatti, una storica sentenza del Tribunale di Milano, che ha affermato quanto segue:
Non sembra possibile affermare che la musica gestita da Soundreef in Italia, in centri commerciali e simili, debba obbligatoriamente essere affidata all’intermediazione della Siae”.
Per quelli di voi che non la conoscessero, Soudreef è una società di gestione collettiva inglese che distribuisce nel nostro paese un repertorio di musica d’ambiente e di artisti stranieri destinato ad un qualsivoglia esercizio commrciale: tramite il suo sito ufficiale, i cantanti possono iscriversi e caricare gratuitamente i propri pezzi, per i quali manterranno il 100% dei diritti di proprietà. I primi grattacapi legali per questa start-up con sede a Londra (ma in mano a connazionali) sono arrivati con un una citazione in Tribunale da parte di un’artista e dalla radio Ros & Ros, specializzata nella creazione di playlist di alcuni centri commerciali, che si sarebbe aggrappata all’articolo 108 della legge sul diritto d’autore per attribuire in esclusiva alla Siae la gestione di tali diritti.
Riguardo a questa spinosa questione, il Tribunale è stato chiarissimo:
Non vi sono allo stato elementi sufficienti per ritenere che la diffusione di musica da parte di Soundreef nel territorio italiano sia illecita […] Né sembra potersi affermare che la musica […] debba obbligatoriamente essere affidata all’intermediazione di Siae. Una simile pretesa – aggiungono significativamente i giudici – entrerebbe in conflitto con i principi di libero mercato in ambito comunitario e con i fondamentali principi di libera concorrenza”.
Questa sentenza apre finalmente una nuova strada nel campo del diritto d’autore e pone fine, seppur in maniera blanda, allo strapotere di un’azienda come SIAE che da più di un secolo ha fatto il bello e il cattivo tempo in materia.
