Due programmi concorrenti hanno parlato dello stesso argomento, esprimendo gli stessi concetti e usando quasi le stesse parole

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Magie dello zapping. Due programmi concorrenti hanno finito per parlare dello stesso argomento, esprimendo gli stessi concetti e usando (quasi) le stesse parole. Se si fossero messi d’accordo, l’identità di vedute non sarebbe venuta così bene.

Gli addetti ai lavori potrebbero dire che sicuramente hanno trattato una notizia – che tanto gira e rigira le news quotidiane sono sempre quelle – e avranno sviluppato l’argomento. No, il modo di arrivarci è stato differente.

Ne “I Lunatici”, verso l’una di notte – per alimentare il sondaggio nato dalla domanda di un ascoltatore – Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini sono finiti a parlare di film porno. Attenzione, la data di oggi va segnata sul calendario, in quanto  i due conduttori sono stati d’accordo  su una tematica dove di solito uno è il libertino e l’altro il bacchettone.

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Il concetto – espresso da Arduini, spalleggiato dal collega – è stato questo: “Il porno su ragazzi in fase di sviluppo è un grosso problema. Certe cose, vietate ai minori di 18 anni, dovrebbero essere veramente vietate ai minori di 18 anni. Come fare non lo so,  però possono rappresentare un problema serio. II porno rappresentano un problema per quelle persone che non hanno ancora sviluppato una propria sessualità e una conoscenza del mondo del sesso. Possono fare danni, nella percezione del sesso, nella percezione del rapporto di coppia e in tante altre dinamiche. Nello sviluppo di una persona possono essere  dannosi, perché si tratta di film. Su ragazzi che non hanno sviluppato una propria conoscenza di sé, possono fare danni, perché si può pensare che quella sia la normalità”.

Attorno alle 3:20, arrivano Danny Virgillo e Filippo Firli. In questo caso, in precedenza si era parlato di UFO e di sale giochi. Da qui, Virgillo e Firli son finiti a discutere di videoteche e salette vietate ai minori, con un accostamento col presente: “A 10 anni oggi con lo smartphone vai ovunque, e non si dovrebbe fare, perché hai una distorsione di ciò che potrebbe essere un rapporto. Non hai le strutture per capire, decodificare, perché non l’hai mai fatto.  oggi i giovanissimi, quando si avvicinano al sesso potrebbero voler fare come in un film porno”. 

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".