I pochi fortunati presenti ieri a Castellaneta (Taranto) dove Vasco Rossi sta trascorrendo un periodo di rigenerazione e preparazione al grande evento di Modena Park, potranno raccontare di aver vissuto un momento storico per la musica rock italiana.
Il Komandante si è infatti concesso una lezione su nascita, struttura e significato di uno dei suoi pezzi più amati: Colpa d’Alfredo; un brano ormai entrato da anni nell’immaginario collettivo di tutti coloro che amano la musica (e non di ruffiani e moralisti, per nostra fortuna). Non è una scelta a caso, perché “Modena Park” nasce in quel testo, come luogo anch’esso dell’immaginario che ora si trasferirà al Parco Ferrari sede del concerto.
La canzone la conoscete tutti, è provocatoria, è esplicita e ha sempre scandalizzato le cosiddette anime belle. Perché? Perché usa termini vietati come negro, troia, lo uccido. Eppure è molto amata dai fan, perché esprime la vita; il linguaggio naturale, ovviamente sboccato, che tutti i ragazzi hanno espresso nei discorsi fra amici, e che oggi il politically correct vorrebbe censurare.
Ma non c’è nulla di razzista nel termine “negro” nel modo usato nella canzone. Perché il protagonista caratterizza spregiativamente un individuo che odia (per pura invidia di non essere al suo posto) col colore della pelle, che nel suo caso è la cosa che risalta di più. Avrebbe potuto dire ciccione, spilungone, butterato, zoppo o altro e sarebbe stato lo stesso. E anche troia, perché scandalizzarsi? È un parola di uso comune. Non è bello usarla in un discorso alto, ma tra amici si usa e basta, così come “stronzo” o altro.
Ma veniamo alle parole di Vasco che potete ascoltare nel video subito sotto. Colpa d’Alfredo “è una “Canzone di rottura, dura e cruda: per quel periodo molto provocatoria. Volevo portare in musica il linguaggio normale, del parlato. È un po’ la versione della Febbre del Sabato Sera romagnola”
E poi un accenno anche alla celebre schitarrata che apre il pezzo subito dopo l’introduzione parlata: doveva simulare l’uccisione di Alfredo in funzione praticamente onomatopeica. Una genialata come poche.
Ho perso un’altra occasione buona stasera
e’ andata a casa con il negro la troia
Mi son distratto un’attimo…
Colpa d’Alfredo
che con i suoi discorsi seri e inopportuni mi fa’ sciupare tutte le occasioni
ma prima o poi lo uccido!…Lo uccido!
E lei invece non ha perso tempo
ha preso subito la palla al balzo
l’ho vista uscire, mano nella mano con quell’africano
che non parla neanche bene l’italiano ma si vede che
si fa’ capire bene quando vuole
Tutte le sere ne accompagna a casa una diversa
chissà che cosa le racconta,
per me è la macchina che c’ha che conta!
E quella stronza non si è neanche preocupata
di dirmi almeno qualche cosa, che so, una scusa
Si era già dimenticata
di quello che mi aveva detto prima
“mi puoi portare a casa questa sera?
Abito fuori Modena, Modena park”
Ti porterei anche in America
ho comperato la macchina apposta
.mi ero già montato la testa
Avevo fatto tutti i miei progetti
Non la portavo mica a casa,
se la sposavo non lo so, ma cosa conta
Sono convinto che
se non ci fosse stato lui mi avrebbe detto sì