A chiudere il Festival di Sanremo, scriviamo – sperando che non l’abbiate già letta su SkyTg24 – una selezione dei momenti del Festival.
Elettra Lamborghini nella cover – L’abbiamo difesa sul pezzo in gara. Non sa cantare, ma ha portato il tormentone assoluto. Nella cover, però, con Myss Keta che non è esattamente Mina, però è un disastro. Più che Elettra Lamborghini è Elettra Doblò.
Disfatta Leotta – La bellezza capita (anche se a volte le si dà qualche sostegno ulteriore) ma l’essere opportuni è una dote che si impara. Nella prima serata il suo monologo è asfaltato da quello di Rula Jebreal. Allora. ieri decide di rifarsi con una improbabile versione di “Ciuri Ciuri” su “Lose Yourself” di Eminem (di cui si sentiva chiaramente la voce). Viene da citare un successo sanremese di Marco Masini: se ammetti di non saper ballare e cantare, “Perché lo fai?”.
Il Festival dell’amicizia: – Bastano quattro nomi: Bugo, Morgan, Tiziano Ferro.
Festival VAR – E’ stato il Festival aperto dalla polemica sui “passi indietro”. Perfino il tattico Achille Lauro è stato uno-due passi indietro rispetto ad Annalisa nella serata delle cover. Come scritto sui social, Tosca è stata la donna meglio piazzata, sesta, cinque passi indietro rispetto all’uomo che ha vinto. E poi c’è stata, più che la rewiew la relisten di tutto il repertorio di Junior Cally.
Sanremo a terra – Tutti per terra. Tra quelli che la sparata l’hanno fatta, Rancore si è fatto sparare. C’è stata la simulazione di Ghali, e la caduta di nervi e di stile di Morgan e Bugo.
Junior Chi? – E’ arrivato a Sanremo come un mezzo delinquente peggio di Eminem nel 2001. Si è parlato di lui per giorni. Poi sono arrivati Achille Lauro prima, e Bugo e Morgan poi. Per altro, in un’edizione fatta di travestimenti e parrucche, lui – che la maschera ce l’aveva – s’è presentato a volto scoperto.
Lauro il trasformista – E’ finito il Festival e Achille Lauro tornerà ai suoi abiti civili. Quello che gli altri gli imputano, in realtà segnala la sua intelligenza. Non è un grande cantante e lo sa. Dunque, punta sul “contorno” dell’esibizione. Un vero stratega. A questo punto resta da chiedersi: ma il pigiama e l’accappatoio di Achille Lauro come sono?
Pelù, o la borsa o Litfiba – Il “nonno” Pelù ormai si è sposato e ha messo la testa apposto. Si è regalato un ultimo atto fuori dagli schemi “scippando” un’ascoltatrice.
C’è tempo – Fossati preso alla lettera – Una volta uscita la “soffiata” di SKY – tutta la perdita di tempo fino alla proclamazione di Diodato è stato un supplizio. In tutto il Festival è sembrato che perdere tempo fosse un dovere. Il brutto è che la gag più è diluita e meno fa ridere.
E se la voce non c’è. abbiamo la soluzione, la nostra canzone la cantiamo in playback – Mentre Tiziano Ferro e Fiorello sono passati in quattro ore dal mandarsi a quel paese al duetto con bacio appassionato, con gelosia per il marito di Ferro, per rimettere insieme i “Ricchi e Poveri” ci sono voluti quarant’anni. Esibizione in larga parte in playback, e con qualche imbarazzo. Ma il tempo (e probabilmente un buon contratto) cura tutte le ferite.
Il Festival della Resilienza – Resilienza è la parola che ha accomunato la più giovane e la meno giovane concorrente di quest’anno. L’Italia si spacca su tutto, ma si è chiesta unanimemente “Cosa vuol dire Resilienza?”.
Morgan, colpo di testo – molti sono convinti che la questione Bugo-Morgan fosse studiata a tavolino, e che a Bugo abbia dato visibilità. In realtà il primo risultato è stato quello che tutti si sono messi a cantare il testo cantato – solo per la prima strofa – da Morgan venerdì. Di fronte a un evento simile, Lauro è scomparso e Junior Cally è stato declassato al rango di un Paolo Brosio 2.0.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)