Qualche giorno fa, la celebre rivista Rolling Stone ha pubblicato un articolo riguardante “Vengo da Ghana”, pezzo volutamente provocatorio di Marco Dona dello Zoo di 105.
Nell’articolo ci si indigna perché la canzone contiene tutti gli stereotipi possibili sulle persone di colore. Certo, è stata costruita così apposta. E’ talmente surreale che potrebbe essere usata per sfottere la stupidità vera, quella dei razzisti veri.
Fa ridere? non a tutti e non necessariamente. E’ pesante e dà fastidio? Possibile. Chi siamo noi per giudicare la sensibilità altrui? Ciò che disturba è che basta accedere a Spotify una mattina di agosto per trarre giudizi definitivi senza aver – probabilmente – ascoltato un minuto del programma in questione. In vent’anni lo Zoo con la sua comicità scorretta ha preso di mira tutte le categorie possibili. Chi sta scrivendo queste righe è grasso è disabile. I raggruppamenti di persone in questione sono finiti più volte al centro dell’ironia dello Zoo, da ultimo con l’espressione “Giallo”. Dopodiché basta – se si conosce ciò di cui si parla – contestualizzare. Ed è inutile star qui a ripetere la solita solfa dell’aiuto ad una bambina malata ai terremotati o agli alluvionati in Sardegna qualche anno fa.
Marco Donadoni in arte Dona è cinico? Certo. Probabilmente è stato tratto dal pubblico e trasformato in autore del programma proprio per questo. Ormai il conduttore Marco Mazzoli è praticamente diventato il “buono” del gruppo. Tutto questo fa ridere? A molti si. a tanti altri no ed è normale. Non è nemmeno sensato star qui a discutere se la comicità sua e del programma sia innovativa. Siamo oltre.
Siamo in un’epoca dove se provocatoriamente si ironizza su determinate categorie, allora si è razzisti, si istiga all’odio o direttamente allo sterminio. Sarà che dal famoso manifesto-copertina di quasi due mesi fa “Noi non stiamo con Salvini”, suddetta rivista sta dando la caccia alle streghe, ma da qui vorremmo rassicurare tutti: in Italia per fortuna Radio Mille Colline – dalla quale in Ruanda si incoraggiava il genocidio del tutsi – non c’è. E alcuni speakers di quelle trasmissioni criminali non hanno neppure pagato a sufficienza.
La scalata delle classifiche Spoify sta facendo concentrare diverse testate sul pezzo, e le reazioni sono calibrate sulle linee editoriali. La portata non violenta del testo è testimoniata da una estemporanea mezza citazione degli Articolo 31: “Ringrazio la mia mamma che mi ha fatto così funky….”,
Per altro, oltre ai consigli per razzisti, segnaliamo a chi non avesse mai ascoltato lo Zoo di 105 che fra i personaggi di Dona c’è anche Lisimba, oltre alla versione “africana” di Barak Obama, usata per gli scherzi a Santina. E nella versione de “Il segreto”, la protagonista si chiama “Donna Ruanda”.
Chiudiamo con un ultimo interrogativo: secondo voi Checco Zalone è omofobo? Nel film “Cado dalle nubi” c’è una canzone palesemente ironica sugli omosessuali che vengono trattati come malati, quando l’intento iniziale della canzone sarebbe quello di stigmatizzare i luoghi comuni sul tema. Cosa ne pensate? Non sarà che Checco Zalone è un grande artista e lo Zoo un bersaglio facile per l’applauso facile?
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)