Alessandro Raffaelli co-fondatore di Radio Italia Anni 60, ha sconfitto il Covid 19 dopo essere stato uno dei primi contagiati in Trentino.
Ecco quanto ha affermato in un’intervista a L’Adige: “Penso di aver preso il virus tra il 20 e il 21 febbraio. Ero a Milano per appuntamenti durante la “Settimana della moda”. Poi sono stato a Cologno, nella sede di Radio Italia, per incontri con i discografici”.
E poi: “Sono stato bene fino al 27 febbraio e ho incontrato tanta gente: collaboratori della radio, amici, i genitori. Poi è iniziata la febbre che non passava e facevo fatica a respirare. Ho chiesto al medico e mi ha detto di contattare il Santa Chiara per i raggi ai bronchi. L’esito è stato polmonite. Il 5 marzo ho preso l’iniziativa: ho chiamato l’ambulanza e sono venuti a prendermi con lo scafandro. Ero positivo e sono stato ricoverato in isolamento, tra i primi del Trentino, con ossigeno ma non intubato”.
Il decorso: “I primi cinque giorni difficile ma devo davvero dire grazie a medici, infermieri e quelli che entravano nella mia stanza di isolamento perché hanno dimostrato professionalità, delicatezza e gentilezza incredibili. Dopo 7 giorni mi hanno dato farmaci antivirali e ho ripreso a respirare. Così sono passato dalle maschere d’ossigeno alle cannule e mi sentivo bene, senza febbre, ero solo stanco. Iniziavo a mangiare e avevo la pressione quasi normale. Al decimo giorno mi hanno tolto la cannula nel naso perché respiravo normale e poi il 16 marzo mi hanno detto che potevo andare in isolamento a casa”.
L’isolamento a casa: “Per fortuna ho l’utilizzo di un appartamento a Trento e quindi mi sono isolato dalla famiglia. Ero calato di 9 chili ma appena arrivato a casa ha preso una birra, due scaglie di grana e due fette di salame e mi sembrava di essere il re di Francia. Mi sono reso conto che quelle che contano sono le cose semplici. Non ci si lamenti di stare in casa perché gli intubati vivono peggio mentre noi possiamo leggere, guardare la tivù, ascoltare la radio, fare cucina”.