Quando ancora scartavamo la plastica dai CD

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È successo qualche tempo fa, l’irrimediabile: sono entrato in FNAC e, preso da un momento di lucida follia, ho acquistato un cd. Proprio così, uno di quei cosetti tondi col buco in mezzo che se li metti controluce riflettono l’arcobaleno. L’ho comprato insieme ad un paio di libri, che avrei divorato di lì a poco.

Arrivato a casa mi sono seduto sul letto e, avidamente, mi sono messo come un tempo a scartare la plastichina scricchiolante intorno, faticando per trovare il punto giusto dove ficcare le unghie cercando di non spaccare la copertina: il disco era un album di un artista francese, lui si chiama Ben l’Oncle Soul ed è un crooner d’oltralpe che si diletta in cover franco-anglofone di pezzi più o meno celebri, una su tutte Seven Nation Army dei White Stripes.

Finito di scartare il mio pacchetto, come d’abitudine, ho aperto l’album cercando avidamente di afferrare il booklet per vedere quali immagini fossero state inserite, per annusarne l’inconfondibile odore, per sperare che ci fossero i testi di ogni singola canzone. Anche uno sguardo ai credits, perché no. E poi quel rumore, quello del cd che inizia a girare sempre più velocemente.

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Terminato il rituale, ho cercato un supporto dove poterlo ascoltare. Senza successo. L’iPhone non è fatto per i dischi, né tantomeno l’iPad e il mio vecchio computer risputa fuori tutto come un neonato con una minestrina poco gradita. Forse si è stancato di farli girare, forse anche lui si è accorto di quello che la tecnologia ci sta sempre più spesso imponendo.

Il fenomeno dello streaming, Spotify, l’Itunes store, sono indubbiamente affascinanti e molto pratici, ma hanno totalmente eliminato tanti piccoli magici riti della nostra vita quotidiana legata alla musica. Non soltanto il mio nuovo computer non ha lo spazio per i dischi, ma non ce l’avranno nemmeno i prossimi marchingegni provenienti dalla Silicon Valley. I dischi sono obsoleti, “ingombranti”, inutili e si stanno facendo soppiantare come al tempo fu per i vinili, le musicassette, i VHS, ora persino i poveri DVD.

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Noi nostalgici però abbiamo già nostalgia di quel momento, quando ancora scartavamo la plastica dai CD.

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