Nulla sinora ha messo in discussione il prestigio e la funzione della radio. Essa non è stata sminuita dalla televisione,da internet, e tanto meno dalle web radio.
Però, la radio tradizionale rischia di svalutarsi commettendo l’errore di inseguire fenomeni social, youtubers, inflluencer, star del web e tendenze varie.
Abbiamo ascoltato per un’ora circa il nuovo mirabolante acquisto di Radio 105, Ludovica Pagani, in onda nel weekend e presentata nei principali programmi dell’emittente ammiraglia di RadioMediaset come nemmeno Cristiano Ronaldo alla Juventus. Eppure fa “solo” il weekend, la collocazione abituale per esordienti o per gente che non avrà il contratto rinnovato.
L’impressione che abbiamo ricavato è la seguente. Sa che deve riempire gli interventi, ma da qui ad essere interessante, coinvolgente o divertente ce ne passa. A un certo punto – visto che si tratta pure di una conduzione solitaria – la noia finisce per prevalere.
Ma perché Radio 105 ha rivestito di tanta importanza questo ingresso nella “famiglia”? Probabilmente perché si ragiona in base al calcolo secondo il quale tanti followers corrispondono a tanti potenziali ascoltatori. Il talento per la conduzione radiofonica diventa un fattore simpaticamente secondario.
Ciò fa soffrire noi amanti della scatola magica, cresciuti a pane e professionismo. A Radio 105 resiste ancora la vecchia scuola, Galli, Mazzoli – che prima di fare un programma “di parolacce” ha comunque imparato un mestiere – Severo, Pellecchia, Spada e Fabiola. Ma è stata ingaggiata la Pagani, presunta rivale di Diletta Leotta, già presente in “Take Away”.
Aggiungiamo Annie Mazzola – che comunque abbiamo rivalutato – ed il programma sulla TRAP, e viene da chiedersi come faccia 105 a sentirsi “proud to be different“se s’inchina a tutte le mode del momento. E ormai, probabilmente la Pagani è stata presa anche per questo, si va verso un asservimento della radio alle dinamiche televisive. Se poi il contenuto non è il massimo, pazienza.
Ma siamo rimasti a bocca aperta quando abbiamo letto che Radio 105, Radio Studio 105 – 44 anni di storia – per la ragazza sarebbe stata “una nuova esperienza che sicuramente mi formerà”. Noi che viviamo la radio come il miglior mezzo di comunicazione possibile,eravamo rimasti all’idea che 105 fosse uno dei 4 o 5 punti d’arrivo in seguito a tanta gavetta. Oggi è un’esperienza formativa. Ad RDS sono stati in questo senso furbissimi: si sono inventati “Next” – a cui la stessa Ludovica ha preso parte – in modo da avere il progetto web acchiappa ragazzini da una parte, e i professionisti dall’altra.
Ci sembra che – nella stagione di “I Love my Radio”, sia sempre più frequente la logica dell'”I Love your followers”. Chiudiamo citando una frase di qualche giorno fa di Luca Casciani di RTR 99 riferita alla Leotta:“io rispetto a lei sono famoso come il peto di una pulce. Ma se la metti al mio posto per quattro ore, che ti dice?”.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)