Meta e Moro: i vincitori di Sanremo che hanno chiuso 48 ore complesse con stile. Avrebbero potuto regalarci un nuovo Bertoncelli

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Ermal Meta vincitore di Sanremo dopo tante pietre in faccia

 

La vittoria di Fabrizio Moro ed Ermal Meta al 68° Festival di Sanremo ci ha salvato da un serio rischio: nell’edizione che ha fatto grandi numeri in fatto di share,, l’unico numero che ha rischiato di rimanere nella memoria, è quel 30% di citazione consentita.

Azzardiamo una previsione: dopo questo caso – che di fatto caso non era perché carta cantava – il prossimo anno il regolamento sarà talmente stringente che probabilmente un “Ti Amo” messo in qualsiasi canzone sarà considerato plagio verso Umberto Tozzi. La stessa Rai ci ha messo un giorno e mezzo per sbrogliare la matassa.

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Comunque, chi scrive ha pensato a queste righe  perché da quando è scoppiato il cosiddetto #Metamorogate, il giornalista del Corriere della Sera Andrea Laffranchi è stato definito dai fans dei due artisti sui social: “Quel tale che scrive sul giornale”. Il riferimento della frase in questione è ovviamente al pezzo “Vado al massimo” di Vasco Rossi,  a proposito del giornalista Nantas Salvalaggio, che definì il rocker di Zocca – ospitato dalla Rai – “un individuo alcolizzato, cocainomane e sballato“.

Dati gli sviluppi che poi ha preso la vicenda, avremmo pensato che prima o poi il duo ci avrebbe regalato un nuovo Bertoncelli. Stiamo parlando di Riccardo Bertoncelli,  finito ne “L’Avvelenata” di Guccini –  “Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate” –  per avere stroncato “Stanze di vita quotidiana”. I due poi si sarebbero chiariti faccia a faccia e – con un’esecuzione dal vivo – Guccini avrebbe anche offerto la rimozione del nome al testo.

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Sta di fatto che – capito che la cosa stava prendendo una brutta piega – Meta ha deciso di smorzare i toni in piena coerenza col testo portato a Sanremo e col titolo del suo ultimo lavoro, ovvero “Non abbiamo armi”:

 

 

Archiviato un Festival vissuto prima da favoriti, poi da quasi esclusi e poi ancora da vincitori quando sembrava più difficile, i due possono pensare a Lisbona per l’Eurovision Song Contest con una canzone dal ritmo accattivante,e con un ritornello che comunque resta in testa e del quale – permetteteci la battuta – “Non buttiamo via niente”,. Inoltre, si tratta di un pezzo al quale – per il tema trattato – l’Europa non può restare indifferente.

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Stefano Becccacece (On Twitter @Cecegol)

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".