POLEMICA PER LO SPETTACOLO IN TRENTINO
Questo pomeriggio il conduttore dello Zoo di 105 Marco Mazzoli ha nuovamente spiegato – questa volta per filo e per segno – la sua versione sulla puntata dell’8 ottobre 2012 che ha portato alla querela di Rossella Brescia ed alla recente condanna per lui e Gilberto Penza per diffamazione.
“L’italiano medio commenta su Facebook tutte ne notizie e sappiamo che lo Zoo viene nominato solo quando combina dei casini o viene coinvolto in cose negative. Abbiamo aiutato una bambina con un tumore (Arianna, otto anni all’epoca dei fatti N d. r.) e non ci ha calcolato nessuno. Succede che una persona ci querela per una cosa che non è andata così…”
Prosegue Mazzoli: “Io sono pazzo, ma non mi sveglio la mattina decidendo chi insultare quel giorno in onda. Cari giornalisti ve lo spiego una volta per tutte così potete scrivere la verità: nel 2012, poco prima di quella puntata ho ricevuto un messaggio da un ascoltatore che mi informava di aver scritto a quella persona (Rossella Brescia, la querelante che allo stato delle cose dev’essere risarcita di 15mila euro per diffamazione) chiedendo perché il suo programma continuasse a copiare lo Zoo con uno scherzo telefonico inventato da Wender“.
Continua la versione di Mazzoli: “Lei ha risposto in modo molto pesante: “Facile far ridere dicendo le parolacce, è una mer*a.” Io sono andato in onda ed ho risposto usando il linguaggio dello Zoo, l’avessi incontrata per strada le avrei detto “Sciocchina”. Era una risposta ad una provocazione in modo simpatico, perché lo Zoo non è solo parolacce. Io lavoro 18 ore al giorno e mi faccio un cu*o così. Io fuori dalla radio sono una persona molto educata. Il mostro va in prima pagina l’eroe ha un trafiletto, e poi ci sono quelli che criticano senza mai aver sentito il programma”.
Da non prendere sotto gamba un paio di interventi di Paolo Noise nel mezzo dello sfogo di Mazzoli. Stoccata uno: “E’ l’ufficio stampa che sta strumentalizzando la notizia per fare pubblicità ad una persona. C’è una persona coinvolta che sfrutta questa cosa per far parlare di se perché se no non c’è altro modo”.
Stoccata due: “Sai cosa mi fa ridere? Tu fai la radio da 30 anni. C’è qualcuno che si è improvvisato una mattina, l’hanno messo in onda a far la radio e viene da te a spiegarti come si fa”.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)