
Il conduttore di Let’s Dance, su Studio Più, Marco Ravelli è intervenuto lunedì sera negli studi di Radio Emotions. Eco quanto emerso nella puntata di “Back to Emotions”.
Gli esordi di Ravelli: “A Radio Chiocciola spazzavo i pavimenti e pulivo i vinili, fin quando il direttore non mi ha detto che sarei andato in onda. Avevo 14 anni, e io padre era contrario. Gli raccontavo che sarei andato a giocare a flipper al bar e invece andavo in radio. A un certo punto m’ha sgamato. Ai tempi la radio era vista come un hobby per chi non aveva voglia di fare un c… Mi spiace perché oggi un quattordicenne con la voglia di entrare in questo mondo, non trova più le radio piccole che permettevano di sperimentare. Io avevo fatto le superiori con Dario Desi, che poi nel 1989 mi ha chiesto la disponibilità di andare a Discoradio”.
La prima Discoradio: “Discoradio era inizialmente generalista, mettevamo anche Fiorella Manoia. Poi, nel 1991, Desi è andato via ed io ho iniziato a condurre la Discoparade, che era la classifica delle canzoni più ballate allo Studio Zeta. Nel ’94 pensammo di fare un programma dance, il “DDD”, e l’anno dopo si pensò di fare la radio dance 24 ore, anche perché Angelo Zibetti aveva già Radio Zeta, improntata verso il liscio, quindi – dato che c’era la sala dance – si decise per l’idea vincente della radio dance”.
Ravellli e il fenomeno ‘Blue‘: “Ai tempi Discoradio aveva o stand, e questo disco passava ogni 30 minuti creando molto interesse. Poi, quel che è successo con “Blue” è storia. Appena messo sembrava cantato da un ubriaco. Sapendo che c’erano, radio e discoteca,ci mandavano due copie. A me sembrava forte, e ne ho chieste altre due a Massimo Gabutti che mi disse che se l’avessi messo. me ne avrebbe mandate 10 Gli ho risposto di non esagerare, che l’avrei messo comunque. Era un disco che prima di avere successo in discoteca, aveva bisogno di un supporto radiofonico. Alcuni dischi li ho azzeccati. altri no, ma ai tempi si poteva osare. Solitamente l’editore della radio è il capo, quindi- con tutto il bene che voglio al'”Angelotto” – a’inizio rompeva un po’ imaroni. Poi col decollo degli ascolti. ci ha lasciato fare più autonomamente potendo sperimentare”.
D.D.D. – Discoradio Disco Dance: “Un’ora alla settimana mi stava stretta e io avevo la passione per quella musica. E’ stata una scommessa vinta. Nei primi mesi non eravamo tranquillissimi”.
La radio del 2019: “Grazie alle web radi c’è tutto e uno sceglie ciò che gli interessa. In FM,se avessi tanti milioni farei una radio dance anni ’70 e ’80 con musica ricercata. Radio Capital di Cecchetto era fatta in quel modo. Sarebbe una radio che andrebbe a prendere dai quaranta ai settant’anni”.
La classifica “Alternative-Hit”: “La “mamma” dell'”Alternative-Hit” è stata la “Progress-Hit” perché nel’97 c’era il fenomeno della progressive. Quando la progressive è calata ed è emerso più il concetto techno-trance – soprattutto fra Olanda e Germania – e decidemmo di proporre qualcosa di alternativo. Proporre questa musica in Italia, necessitava di una certa autonomia da parte dell’editore”.
Il personaggio Ocram: “E’ una storia nata per caso. Veniva allo ‘Studio’ e continuava a chiedermi se volessi una birra.Mi sono accorto del suo timbro particolare, e allora con Matteo Epis abbiamo deciso di portarlo su in radio per fargli registrare qualche cazzata. Io non avevo capito che Ocram era il contrario di Marco”.
Let’s Dance a Studio Più: “Let’s Dance ha ormai 12 anni. E’ nato grazie a una conoscenza comune fra me e l’editore di Studio Più che ha facilitato gli incontri Si sono incontrate le reciproche esigenze, perché uno come me non può mettere Raf. E’ andata bene a tutti e due. Sono stato accontentato, e spero che anche Tozzo sia contento”.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)