È stata giornata di presentazioni per Luciano Ligabue che, in una conferenza stampa rigorosamente in streaming, ha presentato alla stampa il suo nuovo album 7 e la sua nuova raccolta 77+7, entrambi in uscita venerdì 4 dicembre.
Un incontro, quello tra il cantante e la stampa, che ha offerto numerosi spunti, a partire dall’ipotesi di una sua presenza al prossimo Festival di Sanremo: “Non credo proprio, non so niente del Festival di Sanremo 2021, non abbiamo messo in preventivo nessuna presenza” ha risposto a chi gli chiedeva della possibilità di vederlo sul palco dell’Ariston.
Non è mancata, ovviamente, una domanda sul motivo della scelta di 7 e 77+7 come titoli del disco e della raccolta e del legame particolare che Ligabue ha con il numero “sette”: “Un paio di anni dopo “Buon compleanno, Elvis”, mi arrivava ancora posta su quel disco: due lettere di due diverse numerologhe mi volevano far sapere che io sarei un 7 che cammina. Il mio nome Luciano e il cognome sono di 7 lettere, San Luciano è il 7 gennaio, le mie iniziali sono due elle che rovesciate sono dei 7, nel 1987 ho fatto il mio primo concerto, il primo stadio è del 1997, la traccia più popolare è “Certe notti” che è la numero 7 di “Buon compleanno, Elvis”. Da allora un po’ per gioco un po’ come pretesto, ho fatto le 7 notti di Arena, i 7 live al Forum e al PalaEur: d’altra parte perché inimicarsi le stelle?”
Tra i passaggi più interessanti, anche una ritorno al passato, esattamente al 1999, quando Ligabue era a un passo dal lasciare il mondo della musica: “Mi è capitato di perdermi soprattutto facendo questo mestiere, che è meraviglioso: quest’anno ho fatto 60 anni, la mia vita è divisa esattamente in due, 30 anni da musicista e 30 no. Non avrei potuto immaginare tutto quello che è capitato: sono grato totalmente per questi anni così intensi, ma l’intensità la si paga; a volte ho perso me stesso o la mia identità. Nel 1999 avevo meditato di smettere, poi fortunatamente c’è sempre stata una vocina dentro di me che mi ricordava la bellezza dei concerti; non ero preparato a quella mole di successo. Arrivavo dopo Buon compleanno, Elvis, Su e giù da un palco, Radiofreccia: non ero pronto a essere raccontato come non sono da troppe persone, né all’isolamento che questa cosa produceva, mi ero chiesto se valesse la pena o no andare avanti. Ho deciso che non potevo fare a meno dei concerti“.
Infine, anche una battuta sul 2021 e, in particolare sul 19 giugno 2021, data in cui è programmato il ritorno sul palco di Ligabue che, per festeggiare i 30 anni di carriera, si esibirà in data unica a Campovolo, evento già sold out con 100mila biglietti venduti in prevendita.
Queste le parole di Ligabue a tal riguardo: “Non mi ci sto preparando, sono ancora in una fase di estrema frustrazione e incazzatura, voglia, rabbia… Sono una pentola a pressione colma di sentimenti data dal fatto che questa doveva essere una festa meritata per me e per i fan che avevano già preso il biglietto. Mi pesa pensare che avrà luogo fra così tanti mesi: conto che sarà a giugno, fra roba da sfogare e frustrazioni, gioia, senso di liberazione che proveremo nei confronti di un’oppressione che ora sentiamo addosso, tante cose capiteranno al punto che il concerto sarà quasi insostenibile per me, lo scopriremo solo vivendo“.