L’Album Biango di Elio e le Storie Tese: recensione

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L’Album biango, lavoro che segna il ritorno discografico degli Elio e le Storie Tese, è un disco che rimette in evidenza le tracce leggere ironiche ad a tratti comiche del gruppo milanese che propone nuovamente tracce più leggere rispetto a “Studentessi”,  precedente album in studio della band.

Analizziamo ora le varie tematiche suggeriteci dall’album.

Sbeffeggiamento dei luoghi comuni:  Il brano musicale che apre il cd è “Dannati forever”  canzone presentata a Sanremo, in cui viene sottilmente derisa la società benpensante. La “morale” della canzone sembra dire: “Anche voi che fate i moralizzatori avrete certamente il nostro stesso destino”. A proposito di luoghi comuni la prima traccia dell’album Televisione russa riprende  l’edizione di un telegiornale in cui vengono citati tutti i “mostri sacri” della canzone italiana e di Sanremo più noti in terra russa, Celentano, Toto Cutugno Al Bano e Romina…chissà se è stato casuale questo riferimento ai soliti noti.

La musica per raccontare la musica. Alcuni brani dell’album sono stati scritti per raccontare agli ascoltatori come viene vissuta la musica dagli addetti ai lavori.  Il pezzo più celebre di questo filone musicale è “La canzone mononota” che al Festival  ha spopolato ed ha permesso al gruppo di andare vicinissimo alla vittoria della rassegna. E non poteva essere altrimenti data l’originalità con cui si cerca di affrontare il tema della ricerca di pezzi realmente inediti. Anche “Il ritmo della sala prove” rispecchia tutto ciò che accade quando si cerca di fare musica, dalla formazione di un gruppo alla ricerca di un posto dove poter provare, agli inconvenienti tecnici che sopraggiungono quando ci si trova per l’appunto  in sala prove. Ma c’è anche “Come gli Area”, che se vogliamo va in direzione opposta rispetto a “La canzone mononota”, in quanto l’artista si ripropone in tutti i modi di inseguire lo stile di un modello di riferimento scrivendo pezzi che vi si avvicinino il più possibile.

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Recupero di sonorità  del passato. “Una serata tra amici” traccia numero 9, e “Amore amorissimo”  pezzo numero 10 ne costituiscono un chiaro esempio. La prima narra una serata tra persone che in assenza di un componente del gruppo di amici si mettono a sottolinearne tutti i difetti.  Un comportamento molto diffuso. Storia a parte è un pezzo che recupera la musica degli anni ’50, ricordando “Put your hand on my shoulder” con un modo di cantare che somiglia agli Equipe84. “Amore amorissimo” è una canzone volutamente banale piena di esagerazioni sul tema che con un testo normale sembrerebbe una normalissima canzone di Fred Bongusto.

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La presa in giro del web. “Lettere dal WWW”, “Enlarge (your penis)” e “Lampo” sono una chiara ridicolizzazione del mondo sempre più “Social”, dove le relazioni, amorose e non, si sviluppano solo attraverso e grazie al web. “Lampo” in particolare, fa comprendere l’esasperazione di un personaggio noto che viene fotografato solo per condividere la sua immagine con il mondo del web.

Le storie . Il gruppo che a fine anni 90 si è inventato “Il vitello dai piedi di balsa” e “L’astronauta pasticcione” non ha smesso di divertire inventando storielle surreali ma anche ricavate dalla vita reale. “Luigi il pugilista” è la bizzarra di un pugile che fin dall’infanzia non viene picchiato a causa dei suoi occhiali e per questo diventa un campione di boxe fino a quando, per far colpo sulla ragazza che mostra il numero del round in corso, si toglie gli occhiali e ne esce malridotto. L’altra storia è rappresentata da “Il tutor di Nerone” dove riallacciandosi alla filosofia di Seneca, si narra la sfortuna di un povero impiegato che, per sfuggire alla vita d’ufficio scappa  dall’altra parte del mondo dove sfortunatamente trova proprio il collega da cui cerca di fuggire. Del resto gli “Elio” hanno realizzato anni fa uno spot dell’Amaro Cynar il cui motto storico è: “Contro il logorio della vita moderna”

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Le ovvietà del primo maggio. Le ultime due tracce dell’album, “A piazza San Giovanni” e “Complesso del primo maggio”, smascherano tutti i rituali del “Concertone” del primo maggio. La prima delle 2 tracce analizza il pubblico che va alla manifestazione. Vanno sottolineate due cose. 1) La canzone è cantata da Eugenio Finardi, e se normalmente una canzone di Elio e le Storie tese fa ridere, una canzone di Elio e le Storie Tese cantata da Eugenio Finardi fa ancor più ridere. 2) La canzone è costellata di giochi di parole quali: “Se ci mettiamo a sindacare sul concerto dei sindacati” oppure “Chissà dove andiamo a finire, chissà dove finiamo ad andare”, “Perché il concerto del primo maggio è un omaggio (o uno maggio)”. La capacità di far rimarcare le cose che pur essendo scontate non saltano all’occhio emerge con forza in un dittico che ironizza sugli atteggiamenti “convenzionali” della manifestazione e scimmiotta la maniera di fare musica di alcuni artisti che sono abitualmente presenti al concerto

Complessivamente la valutazione dell’album alta. Non sarà al livello dei migliori lavori del gruppo ma non ne è sicuramente lontano. Consigliatissimo.

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About Stefano Beccacece 4455 Articles
Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".