La Zanzara sta per chiudere la stagione 2019, ma dopo l’intervista a Cruciani è già psicosi da 2020

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CRUCIANI VS TRAFFICO

Tra due giorni si chiuderà la stagione della Zanzara, ma dopo la recente intervista a Giuseppe Cruciani da parte di TVblog, nonostante si sia ancora nel 2019, c’è già ansia da 2020.

Ieri in apertura di trasmissione sono stati mandati in onda vocali tra l’allarmato e l’incazzoso di prestigiosi editorialisti del programma come Fabrizio da Milano e l’ex grillino palermitano.

David Parenzo, aka “Bombolo-Rnaldi” e Freccero, da qualche tempo sottotono ma sempre pronto a rinvigorirsi se gli portano in puntata Alessandro Meluzzi, vorrebbe un programma nel quale si legge la Costituzione con Sabino Cassese, Gustavo Zagrebelsky ed Ernesto Galli della Loggia, perché la domanda è: “Cosa faranno questi qua che chiamano?”.

Ma riproponiamo i passaggi che hanno mandato nel panico gli ascoltatori: “Penso che l’anno prossimo sarà l’ultimo della Zanzara”.  In un anno può succedere di tutto, ma io ho sempre agito d’istinto e la sensazione attuale è che quella che comincerà il 2 settembre sarà l’ultima stagione”.

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E ancora: ” Il format non è esaurito, si può rinnovare. Il discorso ha a che fare con la fatica quotidiana nel costruire sempre qualcosa di nuovo ed originale. La mia è una ricerca ossessiva e l’ossessione genera fatica. Ci si diverte, ma se l’ossessione prevale, questo peso sovrasta il divertimento. In precedenza lo sentivo meno, una volta il sabato e la domenica rappresentavano una pena. Adesso comincio a desiderare l’arrivo del venerdì sera. Non lo vedo come una liberazione, ci mancherebbe. Ma non provo quel senso di sofferenza nel distacco che avevo prima. Al contrario sento sollievo. Forse, ripeto forse, è il momento di interrompere”.

Il conduttore ha detto – effettivamente – che a stagione non gli è mai sembrata co’ lunga, ma anche ieri in puntata ha sottolineato il “forse”, che c’è una data, una prospettiva, che l’adrenalina oggi è questa. Ma in un anno può succedere di tutto.

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Del resto, nell’ultima puntata del 2015 – 25 luglio – Cruciani faceva intendere che avrebbe lasciato Radio 24. Era il periodo in cui appariva certo il passaggio a Deejay, tanto che a settembre Linus aveva spostato “Pinocchio” alle 12:00 e “Ciao Bell al pomeriggio: ” Devo pur lavorare; al massimo da un’altra parte. Se me ne vado la vita continua“.

Inoltre, il 15 marzo 2017 Piersilvio Berlusconi parlava di una causa contro il conduttore della Zanzara a causa di un presunto contratto firmato con Radio 105 poi disatteso. Poca fortuna ebbe il tentativo – con Nicola Porro, Greta Mauro e Valeria Oliveri – denominato “105 Matrix”.

Questo è per dire che un anno è un orizzonte troppo ampio per uno come Cruciani: l’impressione è che all’inizio della prossima stagione con il primo sbarco, la prima ordinanza anti-prostituzione, la prima perversione sessuale, o il primo attacco vegano, Cruciani ritroverà  lo smalto di sempre, e tutti dimenticheranno tutto.

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Un’ultima osservazione fuori contesto: in chiusura di intervista, lo speaker ha affermato: ” Comunque, il futuro della radio tra qualche anno non sarà più l’Fm, bensì i podcast e le applicazioni. Ci sto lavorando”.

Forse nel resto d’Europa l’FM sta iniziando a venire meno. Da noi è ancora più che determinante. E’ vero che  i telefoni sono zeppi di app per qualsiasi fesseria, ma – lo abbiamo verificato in questi giorni – se il tuo speaker si sposta in un’emittente che disgraziatamente non ha una copertura eccelsa sul territorio – e oltre alle app esistono DAB e streaming – scatta il malessere: “Cazzo, qui non prende”.

Attenzione, eventualmente. a buttarsi in progetti “troppo” innovativi. Riadattando una nota massima: tira più una frequenza che un carro di buoi.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".