La chiusura di Giannino a Radio 24: “Vorrei abbracciare l’editore come un lottatore di wrestling. Il nuovo…lo vedrete”

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Con l’ultima puntata de “I conti della Belva” si è conclusa l’esperienza di Oscar Giannino a Radio 24. Ed il giornalista ha dato il meglio sino all’ultimo superandosi.

Già nei giorni scorsi, prossimo alla conclusione de “La Versione di Oscar“,  affermava – riporta Il Fatto Quotidiano – in diretta: “Uso le parolacce, le uso finalmente, perché dopodomani non mi sentirete più, sono alla penultima giornata qui dentro. Sono eternamente grato ai miei ascoltatori”.

Il giornalista ha aperto la puntata del format condotto per quattro anni con Carlo Alberto Carnevale Maffé, Mario Seminerio e Renato Cifarelli, così: “Abbraccio il mio editore come un lottatore di wrestling , gli voglio levare il respiro per quanto gli voglio bene. Deve diventare asfittico. Dieci anni di ascolto sono innegabili. Abbiamo avuto con gli ascoltatori un rapporto fantastico. I numeri del semestre sono a dirli. Per la radio, e anche per questo angolo che ha rotto i co**ioni al nostro amico che prende le decisioni, e che non ci sarà più. E sapete cosa vi dico? E’ giusto così perché il potere ce l’ha lui”.

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Più avanti, accennando ancora all’ottimo risultato nei dati d’ascolto semestrali di Radio 24: “Io devo scusarmi con gli ascoltatori commoventi. Non credevo di avere decine di migliaia di sostenitori. Non sto scrivendo nulla sui social A qualcuno sto scrivendo in privato.  Ho paura che mi facciano causa perché ritengono che ci sia una sollevazione popolare della comunità che può  creare danno all’azienda. Mi è stato detto da qualcuno che ha i gradi in alto. Il solo fatto di sentirmi così dopo 10 anni mi ha fatto capire che non c’è modo di avere a che fare. Se creo danno per la comunità di ascoltatori, levo il disturbo. Cosa penso dell’atto formale arrivato? Non lo dico, perché è da scompisciarsi dalle risate. Siccome dire come e perché porta in tribunale, preferisco evitare perché sono già super indebitato. Manca solo il “Sole” che mi chiede i soldi. In pubblico mi devo guardare per questi motivi.

Gli ascolti sono cresciuti anche il sabato che abbiamo preso con numeri non soddisfacenti. Prima di me si perde, poi arrivo io e si recupera. Ma perché guardare gli ascolti in una radio?  Come dice qualcuno, bisogna cambiare dopo 10 anni. Il nuovo è più capace. Lo vedrete.E’ un nuovo che ho conosciuto quand’ero ragazzino, (ridendo ndr) e mi piace molto”.

E per concludere: Un abbraccio a voi e alla comunità, a chi ci ha rafforzato. Siete cresciuti nel tempo e nessuno piò dire il contrario. Ce ne andiamo col sorriso sulle labbra perché abbiamo criticato molto  ma, a differenza di altri sempre seriosi, io rido perché credo negli ideali e perché la radio è straordinaria”.  

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".