
Ricostruire tutta la storia è complesso. La settimana scorsa avevo sentito la battuta di Marco Mazzoli mentre durante il programma “Lo Zoo di 105” veniva trasmesso il singolo di Jin, che ha poi scatenato l’ira dei fan dei BTS a livello globale.
Non ci avevo dato peso, perché è abituale che lo Zoo insulti qualcuno, ma ciò è avvenuto con chiunque. Paolo Noise da anni prende di mira Prince. E invece la cosa è arrivata ovunque. Sotto trovate un post direttamente dal Guatemala.
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Per altro, Fabio Alisei ci ha tenuto a stemperare il clima: “Abbiamo detto ‘Leva questa m…’, chi c…o è Jin?’ non siamo stati molto ospitali, però stavolta non ci sto. Rivendico la libertà di dire che una cosa non mi piace, un cantante non mi piace. Questo non vuol dire che la carriera di questo artista sia sterco, magari avrà tante persone che lo apprezzano, è preparato musicalmente, ma rivendico la libertà di dire il ca**o che ne penso di una roba. Io non ho detto niente, ma oggi lo farò. Voglio prendere una posizione contro le BTSO, le fatine che dovrebbero farsi vedere perché questo attaccamento ai loro idoli è patologico”. Qui trovate la storia del precedente. Tra l’altro, Letizia Puccioni aveva cercato di “mitigare” Mazzoli che aveva affermato: “Ah già è vero, non possiamo insultarli”.
Al ritorno in onda, oggi il programma è partito così: “All’interno dello Zoo la musica non serve a un c…noi disannunciamo tutti i dischi come m…è un tampone che ci prendiamo per infierire su qualcos’altro. L’altro giorno abbiamo messo il disco di Jin e ho detto ‘Leva sta rottura di c.. perché eravamo intenti a continuare una discussione. Sicuramente in Sud Corea non ascoltano lo Zoo. C’è una sacca di m…che per farsi bella ha trovato l’occasione ascoltando questa roba. E’ una ragazza. Ho il nome, non lo farò, ma lo farà l’avvocato, perché da qui partono le minacce di morte. Ci hanno dato dei razzisti, e non abbiamo insultato nessuno. Più che rompere il c…allo Zoo, hanno rotto il c..a tutti i colleghi della radio”.
Infatti, coinvolto in una storia che non lo riguarda, il povero Mitch si è trovato a postare quanto segue.
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Ha proseguito Mazzoli: “Avete voluto la guerra? e mò so c..ne escono malissimo loro. Io ho postato l’1% di quello che mi è arrivato. Mi hanno augurato la morte, minacciando di venirmi a prendere”. Qui trovate l’articolo del Times of India.
E ancora Mazzoli: “Io non chiedo scusa per niente, perché io non ho fatto niente. A 53 anni sono libero nel mio programma, che è il più ascoltato d’Italia, di dire che non mi piace una canzone”. Ed ha aggiunto Alisei: “L’accusa di razzismo è meschina, perché scavate in una cosa che non c’entra niente. State inventando cose che non esistono, e a noi fa molto male perché non siamo razzisti e non lo siamo mai stati. Abbiamo preso per il cu…tutti. In questo siamo veramente democratici”.
Mazzoli ha condiviso nelle storie i reels di TikTok di quello che lui in puntata ha chiamato “quel ragazzo”, che in realtà è un suo collega, Alvise Salerno di Radio Number One, All Music Italia nonché già noto agli addetti ai lavori per gli articoli scritti per Radiospeaker.it.
Sperando di aver più o meno reso l’idea di quel che è successo, magari manca qualche dettaglio, sicuramente ogni minaccia è vergognosa e deprecabile. Per altro, quanto accaduto nei giorni scorsi sarebbe passato rapidamente, perché lo Zoo commenti di questo tipo li fa continuamente contro tutti. Non saranno neppure i fan di un fenomeno tutto sommato recente come il K-POP a mettere a repentaglio un programma che ha vissuto ben di peggio ma ciò nonostante resiste da 26 anni.
Sapete, chi potrebbe essere arrabbiato? La Radio. E’ l’unica che avrebbe diritto a prendersela per l’accaduto, perché in qualsiasi corso ti insegnano a non criticare i dischi che vengono messi in onda. Infatti, la fine anticipata – con dimissioni – della carriera di DJ Giuseppe è avvenuta dopo che Giuseppe aveva espresso il suo parere verso il singolo di Alberto Urso, nel 2019 concorrente e poi vincitore di “Amici”.
Ma lo Zoo scardina le regole, da sempre, dalle parolacce al far intervenire in onda il tecnico. Onestamente i commenti del tipo “Certe cose non possono essere dette in radio” fanno tanta tanta tenerezza. E non è questione di chiedere scusa: lo Zoo sa anche chiedere scusa, come nel caso della bestemmia non bippata in fase di montaggio, o nella famosa questione della battuta sui gatti nel 2009. Chi ha fatto partire allora il mailbombing ha percepito come sincere le scuse dei conduttori chiudendo la storia.
Intanto, dato che prosegue il tour “Zoo 25 – Veniamo noi”, martedì 4 febbraio arriverà il primo best dovuto allo spettacolo: “Non sarà per una sospensione dovuta alle Fatine”.
Stefano Beccacece