
John Legend non ce la racconta giusta. Per niente. Uno non può cominciare un disco citando Woodkid e finirlo come il più classico dei progetti R&B. Così facendo, si confonde l’ascoltatore.
Sono queste, in breve, le impressioni che si hanno ascoltando Love in The Future, il quarto album da solista del cantante di Springfield, che tradisce il titolo e più che raccontarci un amore futuristico ci riporta (noiosamente) alle origini del soul, offrendoci un disco che si sposta rapidamente da pezzi innovativi e di alto livello a brani dozzinali, ripetitivi e “riempitivi”.
Andiamo con ordine: Love in the future si apre con un’ ottima intro che lascia subito spazio ad un primo pezzo molto interessante come The Beginning e, soprattutto, alla perla Made to Love, in assoluto la canzone più sorprendente del disco. Di conseguenza, il passaggio da indie-pop a black dura e pura, ovvero a brani come Who do you think we are e Open Your Eyes risulta piuttosto cacofonico e rende il disco estremamente incoerente, un po’ come se Legend non sapesse bene dove andare a parare.
L’unica certezza del cantante sono le sue grandi capacità di seduttore, che rendono tutte (o quasi) le sue canzoni delle dediche piacione alla donna amata o al corpo femminile: in questo modo, l’amore diventa una metaforica rete nella quale restare impigliati (Caugh Up) o un romantico istituto psichiatrico (Asylum) che rende folli gli innamorati.
I momenti migliori dell’album sono quelli in cui Legend abbandona qualunque fronzolo stucchevole e ci culla dolcemente grazie ad una voce calda, intensa e vellutata e a dieci dita dita che accarezzano splendidamente il suo adorato pianoforte: nascono in questo caso pezzi di un certo livello come All of Me (versione 2.0 di Ordinary People) e Dreams, ma anche la collaborazione con Seal, We Loved It, papabile terzo singolo. Merita più di qualche ascolto anche Wanna Be Loved, pezzo che sembra trarre ispirazione dall’André 3000 di The Love Below.
Tutto il resto non è di per sé malaccio, ma è davvero molto meno di quanto ci saremmo potuti aspettare e, indubbiamente, non è minimanete paragonabile ad un piccolo capolavoro come il disco d’esordio Get Lifted. Disco promosso nel complesso, ma con più di qualche perplessità.
Tracklist
1. Love In The Future (Intro)
2. The Beginning…
3. Open Your Eyes
4. Made To Love
5. Who Do We Think We Are (ft. Rick Ross)
6. All Of Me
7. Hold On Longer
8. Save The Night
9. Tomorrow
10. What If I Told You? (Interlude)
11. Dreams
12. Wanna Be Loved
13. Angel (Interlude) (ft. Stacy Barthe)
14. You & I (Nobody In The World)
15. Asylum
16. Caught Up
Deluxe Edition:
17. So Gone
18. We Loved It (feat. Seal)
19. Aim High
20. For The First Time