Tra qualche giorno, l’emittente romana RTR 99 “festeggerà” l’anniversario della diffida da parte dell’Agcom a causa di “hate speech” all’interno del programma “Giorno per giorno…cor veleno”, “Cor veleno corve”, di Luca Casciani.
Un anno fa la notizia mi passa davanti, ma non le do grosso peso. Qualche mese fa, invece, essendo sempre alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito network omologato, mi viene in mente che RTR mi ricorda qualcosa. Non essendo di Roma, di fatto non la conosco.
C’è quel Casciani lì che fa scalpore. Dunque, come sempre, applico la regola secondo la quale più hanno una brutta fama, perché con la vicenda dell’Autorità i vari portali ci hanno messo il carico, più ho voglia di farmi una mia idea. Anche perché – come cittadino – non mi sento tranquillo a sapere che si ritiene – tramite un commento social – “importante costruire casi e precedenti“. Così, come se il Diritto prevedesse l’esistenza di cavie.. Ma forse il detto recita: “La prima diffida non si scorda mai”.
Decido di ascoltare questo presunto Goebbels. Mi aspetto una radio urlata, qualcosa di simile a Radio Mille Colline in Ruanda, e invece c’è un tono chiaro e pacato – tra parentesi, su RTR non c’è una voce brutta manco a pagarla – che se ne frega dei modi convenzionali. Quattro ore di parlato, che forse sono troppe pure per me, in cui si esprimono concetti forti con atteggiamenti che ad una radio nazionale farebbero orrore. Vedi i sospiri in onda, o il “perché…” (più pausa non breve), prima di spiegare anche i punti di vista che, almeno inizialmente, potrebbero sembrare improponibili.
Casciani è un radiofonico puro. Fa questo mestiere da quarant’anni e non concepisce – lo dice chiaramente – la radio piegata al video e asservita alle star del web e dei social: “Rispetto a Diletta Leotta io sono famoso come il peto di una pulce. Ma se la metti al mio posto per quattro ore, che ti dice la Leotta?”. Ha detto tutto lui.
Infine, nei giorni scorsi, il ‘teppista’ Casciani ha fatto due discorsi pressoché commoventi sul tema della disabilità. Sono coinvolto, quindi è stato più facile esserne ‘toccato’. Il primo è emerso rispondendo alla mamma di una bambina tetraspastica, mentre ieri si è parlato della mancata iscrizione al campionato di basket in carrozzina della gloriosa società del Santa Lucia.
Le risorse che non possono essere un peso, e l’importanza dello sport per il mondo della disabilità sono concetti ribaditi in modo inappuntabile da uno “scorretto” per definizione, non da chi è convinto che quello degli scacchi sia un gioco razzista.
Mi sembra giusto fare in modo che una trasmissione “maledetta” come “Cor Veleno Corve” – che tra qualche giorno ritirerà il Microfono d’Oro – faccia notizia non solo quando se ne deve o vuole parlar male.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)