Dalla signorilità di Rita ad “Antonio Spalletti”: la follia del “Morning Show” di Radio Globo

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Nella puntata del 28 settembre del “Morning Show” di Radio Globo, la cosa più normale è stato il ritorno di Carmen Di Pietro nel “Karaoca”. Dopo aver sentito la sua versione di “Se telefonando”, rivaluterete il famoso vocale di 10 minuti.

Il problema è che, dopo il vocale di un imitatore di Maurizio Costanzo, parte la richiesta di imitatori. Da qui parte la follia, anche se ormai è ufficiale il fatto che il “Morning” è un programma del kazoo. 

Si parte con Rita, che saluta la “limoncina sua” che ama ancora tanto, nonostante sia deceduta da dodici anni, e vorrebbe dedicarle “una delle prime” canzoni di Gigi D’Alessio, per poi ripiegare su Celentano.  Quando Roberto Marchetti le chiede cosa stia facendo, lei risponde: “Io non faccio mai un ca**”.

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Subito dopo chiama Francesca, che sostiene di conoscere Rita ed esordisce con: “Vogliamo salutare Rita, che sta al primo giro di spade? E’ famosa per i giri di spade“.

Di conseguenza, Rita richiama e parte con una serie di insulti poco riferibili verso l’altra ascoltatrice: “Me venisse sotto casa, io le pere non me le faccio. Infame fracica. Se me viene sotto casa ‘a sfonno'”.

Ma si prosegue con Riccardo,  che imita Luciano Spalletti. Dovrebbe esserci un dialogo con Damiano, che sta scartavetrando i testicoli con la presunta imitazione di Antonio Cassano, ma sbaglia, e dice “Ciao Lucià, so Antonio Spalletti”. Parte la follia collettiva.

 

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Tra l’altro, nel casino più totale, passa quasi in secondo piano la reazione di Carmen: “Dai, ha avuto un raptus”. Infine, dal nulla spunta dal nulla Ibrahim della “National Pen”, che qualcuno scambia per il presunto fornitore di Rita.

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Certo, sarebbe bello in questi frangenti vedere la faccia del nuovo station manager dell’emittente, Claudio Astorri, che è l’analista numero uno in materia di radio; ma dopo una puntata simile, serve un altro tipo di analista. Per chiudere questi 30 e passa di blackout della logica, Massimo “l’urlatore pazzo” prova ad essere la coscienza del programma.

Dato che sintetizzare questa festa dell’insensatezza non è stato facile, per non lasciare qualche buco, linkiamo la puntatainserendola anche da Spotify. Il delirio scatta dopo 90 minuti esatti.

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Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".