Quando non conta il cosa ma il come
Cosa ci insegna la vicenda legata a Fabio Volo, Matteo Salvini e Linus? A tratti la cosa è diventata surreale col direttore di Via Massena che si scusava sforzandosi di spiegare che il nuovo proprietario dovrebbe essere politicamente da tutt’altra parte rispetto al precedente, e finendo addirittura nei trending topic.
La verità è che la vicenda ha fatto scalpore – questo almeno crede chi scrive – per il contesto nel quale è nata.
Radio Deejay raramente esce dagli schemi, ed “Il Volo del Mattino” in genere si occupa di benessere interiore, filosofia e poesia. Nessuno si aspetta che in quella radio, da quel microfono e in quell’ora possa venir fuori una simile sparata. Dopo una cosa così, ti aspetti che Riccardo Cocciante faccia un duetto con Sfera Ebbasta.
E poi, dopo l’accaduto, c’è stato chi si è sorpreso perché il programma è andato regolarmente in onda il giorno dopo. Lo stesso conduttore ieri ha affermato: “Ho portato i miei figli al lavoro per impietosire tutti”. Cioè: ci stiamo talmente consegnando all’idea di una possibile censura appena si esce un minimo dal seminato, che magari qualcuno si aspettava – oltre all’inevitabile reprimenda del capo – una sospensione o un licenziamento.
https://www.youtube.com/watch?v=kJX078fEXb4&feature=emb_title
Ecco perché poi, conduttori come Marco Mazzoli – Zoo di 105 – si lamentano di non finire mai sui giornali. Fabio Volo fa notizia perché è uno – anche se c’è il meraviglioso precedente con Mario Adinolfi – da cui certe cose non te le aspetti. E un fatto simile fa notizia perché, in un mondo in cui si tende ad un eccesso di equilibrio per non scontentare nessuno, c’è qualcuno che ha avuto la forza di lasciarsi andare.
In conclusione possiamo affermare che – dato che l’epoca delle dediche e richieste si è conclusa – anche la radio potrebbe sbilanciarsi un pochino ogni tanto. Nessuno finirebbe per avere grosse conseguenze.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)