Come destreggiarsi fra intrattenimento e informazione? Il decalogo di Renzo Ceresa

Il tempo del Coronavirus è difficile anche per il mondo radiofonico, in particolare per quei programmi che hanno il compito d’intrattenere.

Il “problema” è destreggiarsi fra quella che sarebbe la “mission”, cioè intrattenere, e l’attualità che non può essere ignorata.

Senza dubbio, l’argomento sta condizionando e in qualche modo “contagiando” i palinsesti radiofonici. In pratica: se ignori la fredda attualità fai la figura di quello che “se ne frega”; se invece ti trasformi in un programma dal taglio giornalistico, rischi di commettere errori, dare informazioni errate, minimizzare e banalizzare, andare fuori tema e perdere il tuo pubblico, che comunque cerca svago.

Come abbiamo scritto qualche giorno fa da non professionisti del settore, realizzare questo tipo di contenuti ha più contro che pro. Ci sarà sempre quello che si lamenta per la tua “virata”, e soprattutto in questo momento di riposo forzato per molti, c’è bisogno di compagnia. Riportiamo una serie di indicazioni fornite da uno dei veterani di Radio Rai, l’uomo del “dietro le quinte”, il curatore Renzo Ceresa:

1) non fate finta che non sia accaduto nulla ma non restate invischiati solo nel coronavirus
2) non cambiate pelle, chi cerca informazione continuativa non ascolta voi
3) eliminate i toni inutilmente eccitati ed evitate quelli depressivi.
4) è mutato il panorama degli ascoltatori. Meno ascolto automobilistico, più casalingo. Probabilmente meno ascolto totale. Basta ricordarselo.
5) per molti è un tempo sospeso tra la voglia di riconoscere le proprie abitudini anche radiofoniche, le cose di sempre e il fastidio per toni, ritmi e contenuti che insistono indifferenti
6) raccontate! Aumenta il bisogno di ascoltare davvero e non di sentire la radio in sottofondo.
7) se la radio vi ha scelti perché siete dei simpatici cazzeggiatori non sforzatevi di sembrare altro ma trovate una misura diversa. C’è un limite visibile allo sciocchezza. Cercatelo. Reinterpretate voi stessi.
8) le voci scaldano di più delle attività online. In tempi di maggiori solitudini, ansie collettive la maggior parte delle persone cerca vicinanza, compagnia. Le voci avvicinano, danno presenza, entrano in casa e consentono di uscire di casa.
9) anche la musica deve interpretare questo periodo. Se l’ascolto è più attento la musica proposta deve essere bella, anche inusuale.
10) è possibile offrire agli ascoltatori qualche motivo di scoperta. Uscire dal circolino dei soliti argomenti tritati da tutti può dare nuovi segnali di vitalità a voi e alla radio.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".