Il 29 gennaio scorso si concludeva così la nostra recensione in anteprima del nuovo disco di Brunori Sas, Il cammino di Santiago in taxi:
La registrazione ha fatto il suo. Il live di questo “Cammino di Santiago in taxi”, tra poche settimane in tour, farà il resto.
Dopo averlo sentito suonare e cantare la sera dell’8 marzo all’Auditorium Flog di Firenze, non possiamo che autocompiacerci dell’intuizione avuta al primo ascolto.
Dario Brunori, per gli amici Brunori Sas, si presenta al pubblico fiorentino in gran forma e tira fuori una scaletta vertiginosa, fatta di pezzi vecchi e nuovi, brani lenti e ballabili che si spalmano in un paio d’ore di concerto, inframezzate da battutine e scenette da cabarettista. “Alzate il culo”, “Tu, per favore non stare con le braccia conserte!”. Brunori interagisce col pubblico e lo rende partecipe della sua emozione, che rompe tra una canzone e l’altra parlottando un po’ del caldo e un po’ del fatto che la giacca di flanella che indossa non è affatto adatta.
L’avvio è tutto dedicato al nuovo album: Arrivederci tristezza, Pornoromanzo e Il Santo Morto sono le più riuscite del Cammino di Santiago e Brunori le piazza in apertura, così, per rompere il ghiaccio.
Col ghiaccio ‘rotto’ si può parlare di Firenze, di “quanto è invecchiata dall’ultima volta che l’ho salutata”. Lei, Lui, Firenze in versione new wave è uno dei pezzi più attesi dai tanti nostalgici e romantici presenti alla Flog. E la sua scia è talmente lunga che Kurt Cobain passa quasi inosservata, così come Nessuno. Il pubblico continua a richiedere Il pugile, ma Brunori è categorico: “Non la facciamo, è inutile”.
Detto, fatto: parte Come stai, che con Fra Milioni di stelle rappresenta un tuffo bello profondo nei volumi precedenti. “C’è chi beve negroni, chi nemmeno un caffè”. Difficilmente qualcuno avrà alzato la sua tazzina di espresso. Molto più probabile un sonoro fruscio rossiccio di negroni. Si brinda, ci si sporca un po’ e si sporca un po’ il vicino, che magari “si è rotto i coglioni di guardare Rai Tre”.
Spazio a Meglio di niente e Paolo, i brani meno noti – ma non meno apprezzabili, soprattutto il secondo – della scaletta.
I pezzi finali sono da brivido, da godere in rapida successione. E anche Brunori se li gode, suonandoli, svestendo i panni di cantautore melanconico-ironico e indossando quelli del dandy. Un po’ di salsa con Mambo reazionario, la vita in famiglia immaginata in Una domenica notte e alla Vigilia di Natale, poi Le quattro volte, Italian Dandy, appunto, e i due pezzoni dei volumi 1 e 2: Tre capelli sul comò e Guardia 82′.
Prima di parlare di Bearzot, però, Brunori scherza ancora col pubblico. “Ancora? Tanto è inutile, Il Pugile non la facciamo. E neanche Guardia ’82…La spiaggia di guardia rovente era piena di gente….”.
Piccola pausa, dovuta, dopo aver raccolto applausi per quasi due ore. Applausi che ‘costringono’ Brunori a ringraziare il suo pubblico alla fine di ogni pezzo. Il cantante calabrese ritorna sul palco, si siede su uno sgabello ‘da cantautore’ e chiarisce immediatamente: “Faccio questi ultimi due pezzi, ma non chiedetemi bis perché non ce la faccio”. E in effetti Brunori ci ha dato dentro davvero, sorprendendo forse anche un po’ chi se lo aspettava con un atteggiamento lievemente più, come dire, ingessato. Un pezzo lento, Sol come sono sol, e uno furente, Rosa, per chiudere in bellezza e con un po’ di rabbia, perché “Rosa non si sposa più con me”.
E a chi – come noi – gli chiede dopo il concerto, “Dario, ma Il giovane Mario?” lui risponde “No, oggi niente canzoni tristi”. Arrivederci tristezza.
Brunori Sas Live alla Flog di Firenze | scaletta 08/03/2014
Arrivederci tristezza
Pornoromanzo
Il Santo Morto
Lei, Lui, Firenze
Kurt Cobain
Nessuno
Come stai
Fra milioni di stelle
Meglio di niente
Paolo
Mambo reazionario
Domenica notte
Vigilia di Natale
Le quattro volte
Italian dandy
Tre capelli sul comò
Guardia ’82
Sol come sono sol
Rosa
Daniele Sidonio