Brunori SAS live a Firenze: recensione e scaletta

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A distanza di quattro mesi, la Brunori SAS torna a suggestionare Firenze con il tour estivo del Cammino di Santiago. All’Anfiteatro delle Cascine, gremito per l’occasione, la band guidata da Dario Brunori dà sfogo alla verve dell’ultimo disco, mescolandolo sempre abilmente con pezzi d’annata e una cover di Mina.

Ma partiamo dall’inizio. Partiamo dal concerto, che comincia, in ritardo – in segno di lutto per la morte della piccola Alice e della zia Donatella Mugnaini – e con calma, con Arrivederci Tristezza. L’incipit è lo stesso dell’ultima volta che lui e Firenze si erano salutati, alla Flog, in uno scenario prettamente invernale.

Qualcosa di invernale è rimasto: la mise di Dario, per sua stessa ammissione, è di flanella: “Ho finito le giacche”, dice ridendo. Cabarettista nato, anzi, mancato, l’accento cosentino che emerge, chiaro, quando chi scrive – un cronista non può essere anche appassionato? – dalle prime file grida “Parla piano, c’è la cassa qui”. Simpatica e spontanea la reazione: “Ma come ‘c’è la cassa?’ Ma che prime file ho?”. L’atmosfera rimane sempre e comunque scherzosa, anche quando Brunori intona la pseudo-biografica Le Quattro Volte. Siamo solo all’inizio ma di cose ne sono già accadute parecchie. È la volta della donna-delfino di Fra milioni di stelle, che forse aveva ragione. Tra il pubblico delle Cascine e quello della Flog il filo conduttore è rossastro, come il negroni – per chi lo beve.

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Poi il primo cambiamento, vero, di scaletta rispetto all’ultima volta: non più Meglio di niente, ma Amore con riserva, altra traccia ripresa dalla colonna sonora del film È nata una star. “Prendila così”, pubblico: Amore con riserva è un agrodolce raccordo che tra rose, viole e vongole trasporta fino a Come stai. Che poi, in tempi di Mondiali, il “calcio è la sola religione del mondo”, e il pezzo cade a pennello. Si toglie la giacca Brunori, rimanendo in completo total black per sedersi al piano e scandagliare la vita con Kurt Cobain, e l’interiorità con Nessuno, che apre le porte alla seconda parte del concerto, più swing.

Sequela di pezzi da band, con fiati, percussioni, xilofoni e altri strumentucoli che aiutano ad accalorare il pubblico delle Cascine: Pornoromanzo, Il Santo Morto, Paolo – o Pablo, per dirla con Brunori – e Mambo reazionario. Altra scenetta del cantautore calabrese, che sul verso “Che Guevara e Pinochet, adesso ballano felici sulle note di Beyoncé” finge di singhiozzare. Nessuno ci crede, eppure lui ci tiene a spiegare: “Solo un modo per riprendere fiato, non ce la faccio più”. Brunori si scatena, rockeggia, jazzeggia, fa gestacci al pubblico e getta gli occhiali, manca solo il fantasma di Hendrix ad affiancarlo mentre spacca la chitarra. Allora si torna al soft, al piano. È la volta di Una domenica notte e La vigilia di Natale, in cui la malinconia e la nostalgia spadroneggiano, assieme all’ironia. Spazio poi alla presentazione della band: la corista Simona Marrazzo delizia il pubblico fiorentino con Un’estate fa, celebre brano scritto da Franco Califano e interpretato da Mina.

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Su il sipario per il gran finale. Tutte in fila: Italian dandy, Tre capelli sul comò, introdotta dall’assolo iniziale di Michelle dei Beatles, che gli amanti della musica avranno senz’altro colto. Oppure no. Noi sì, e lo scriviamo. Guardia ’82, in versione soft rispetto al concerto della Flog, Sol come sono sol, Lei, Lui, Firenze e poi Rosa (nulla da fare, ancora una volta, per chi chiede a gran voce Il pugile). Nel mezzo, la “sceneggiata” dell’uscita dal palco, che Brunori non sopporta: “Lo so, mi avete visto che ero dietro il palco, però ci siamo tolti il pensiero di questa pagliacciata”. Finale da applausi, chi era rimasto indietro si catapulta nelle prime file, la band si scatena e Brunori, nonostante il caldo e il completo di flanella, segue a ruota, schitarrando a mo’ di rock star, scuotendo il grigio ciuffo e bevendo, verosimilmente, cognac. A guisa di dandy.

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Che bella Firenze, le sere d’estate.

Brunori live all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze | scaletta 3/07/2014

Arrivederci tristezza
Le quattro volte
Fra milioni di stelle
Amore con riserva
Come stai
Kurt Cobain
Nessuno
Pornoromanzo
Il santo morto
Paolo
Mambo reazionario
Una domenica notte
La vigilia di Natale

Un’estate fa – cover cantata da Simona Marrazzo

Italian dandy

Tre capelli sul comò – intro Michelle (Beatles)

Guardia ’82
Sol come sono sol

Lei, lui, Firenze
Rosa

Daniele Sidonio

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