Bestemmia nello Zoo di 105: dall’errore di Wender a DJ Giuseppe bersaglio. Come ci si è arrivati?

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STAMPA E ZOO DI 105

 

Venerdì scorso, durante una scenetta de Lo Zoo di 105, è andata in onda una bestemmia non censurata e non bippata dal tecnico Wender. Si trattava infatti del Wenderland. In seguito DJ Giuseppe ha aperto la sua trasmissione – Music and Cars – chiedendo che la direzione prendesse provvedimenti.

Ieri la trasmissione non è andata in onda: “Torneremo domani, o appea sarà possibile“, si leggeva sulla Pagina Facebook. Ed a inizio puntata di Music and Cars, lo speaker – parlando dei fenomeni atmosferici che hanno permesso l’attenuazione del livello di smog – ha affermato: “Visto che le preghiere arrivano? In ritardo, ma arrivano, non solo per il tempo”.

L’allusione ai provvedimenti presi è stata chiara. Premettiamo, anzi ribadiamo, che chi scrive è “nato” come ascoltatore ed appassionato della radio parlata proprio grazie a DJ Giuseppe circa vent’anni fa, per cui se state cercando uno spazio nel quale se ne parli male, certamente non lo troverete qui. Detto questo, proviamo a trovare una posizione equilibrata. Giuseppe – all’epoca senza “DJ” – è stato per altro colui che ha sostanzialmente introdotto un linguaggio spinto, anche con riferimenti a sostanze stupefacenti, pornografia e sesso – orale e non – a pagamento, nell’intrattenimento radiofonico prima ancora che lo Zoo nascesse. Conquistava proprio per questo. Oggi fa capire spesso che il suo fisico gli sta facendo pagare esperienze passate, ma non è nostro diritto entrare nella sfera privata.  Radio Vaticana è comunque altra cosa.

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L’errore che ha scatenato il tutto non è stato di DJ Giuseppe, ma di Wender, che si è lasciato sfuggire qualcosa da censurare nel montaggio. Più che per una questione di credenze religiose, per le conseguenze che ha portato l’accaduto. Chi non lavora di sicuro non sbaglia, ma se fai parte del programma che vive costantemente sul filo del fuorigioco, l’attenzione dev’essere massima. Anche perché lo Zoo di 105 è sempre nel mirino dei media, e basta un nulla per farlo finire nell’occhio del ciclone.

Dall’altra parte c’è uno speaker che si è indignato non per una frase sfuggita in onda ad uno dei conduttori, ma per un errore di montaggio di un collega. Perché più che di colpa, qui si deve parlare di errore, grave, ma sempre di errore si tratta.  “Basta con la gente che bestemmia in radio, la direzione deve prendere  provvedimenti”. Qual’era l’intento di questa frase? Preservare la “sacralità” del mezzo di comunicazione inventato da Marconi? Salvaguardare l’azienda per la quale si lavora? Tutelare i diritti di chi è credente? Possibile. Ma la reazione a quanto avvenuto venerdì avrebbe potuto essere più morbida.  Chiedere scusa  era sostanzialmente necessario, anche perché un fatto simile viene subito accostato al marchio dell’azienda. Dissociarsi per una questione di  convinzioni personali, di fastidio o semplicemente di eleganza era più che lecito. La richiesta alla direzione di prendere provvedimenti – quando la direzione in vent’anni ha dimostrato di saper agire benissimo da sola a tal proposito – è sembrata uno strumento per una sorta di regolamento di conti interno.

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E poi, purtroppo bisogna dirlo, il “da che pulpito“, è almeno in parte sensato. Si lamentassero gli speaker tradizionali alla Tony & Ross, alla Dario Spada o alla Brigante, sarebbe stato comprensibile; ma anche il fermo di DJ Giuseppe per il tesserino finto ha messo 105 al centro di una vicenda poco simpatica che ne ha offerto un’immagine di radio brutta sporca e cattiva.

Dunque, invece di essere soddisfatti per decisioni fratricide che sicuramente all’azienda per la quale si lavora bene non fanno,  bisognerebbe essere maggiormente equilibrati nella reazione alle vicende altrui. Anche perché adesso sui social è partito un piano di sabotaggio dei giochi di Music and Cars e di boicottaggio della trasmissione stessa. Cosa non sensata, certo, Ma era questo il risultato che si cercava dopo l’arringa di venerdì? Non lo crediamo possibile. Infine, considerando le parti in causa,, non c’è miglior modo per chiudere restando in tema: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. 

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".