
Proprio ieri avevamo parlato della trasmissione di Radio 2 “Al Posto del Cuore” con Paola Perego e Laura Campiglio. Avevamo sottolineato una certa gradevolezza da intrattenimento estivo senza però trascurare il cinismo che ne emerge.
Del resto, Al posto del cuore – che è il titolo di una rubrica curata dalla Campiglio – può essere interpretato come gioco di parole concernente sia “la posta del cuore”, sia una mancanza del cuore stesso. in favore di un sarcasmo nero.
E così sono nate le polemiche per la puntata di sabato scorso, precisamente durante il blocco dedicato agli asessuali: “Qui c’è una cosa a cui dobbiamo dire no fermamente“, dice la Campiglio. E la Perego asseconda: “Tu sei sicura che ne vuoi parlare? Sono le 11 del mattino e siamo su Radio 2“. La Campiglio Prosegue: “Non so, se volete bipparmi ma se non mi bippate tappate le orecchie ai bambini perché lo dico, asessuali”.
Da spalla, la Perego finge di non conoscere l’argomento: “Cosa sono, quelli che non battono chiodo?” Sono coloro che attuano l’astinenza sessuale come scelta di vita, quindi, si chiede la Campiglio: “Dove andremo a finire?”. La conduttrice di RaiUno aumenta la velocità con la quale il treno sta uscendo dai binari: “Cos’è , una religione? E’ la loro religione che gli vieta di fare sesso?”.
E quando scopre che gli asessuali altro non fanno che seguire la propria natura, rincara: “Esistono? sono anche uomini?”. Certo, di fatti uno studio sostiene che siano l’1% della popolazione e la Campiglio afferma: “E’ un morbo diffusissimo, sono malati”. Queste persone “Strane”, si sono riunite in un movimento che si chiama Asexual e – insiste la scrittrice – “rivendicano la propria scelta di vita così, senza vergogna”.
La Perego nel gioco delle parti prova difendere tale scelta: “Non è che stanno meglio loro?”. Vengono citati grandi asessuali della storia come Kant, Tesla e Newton, ma poi è la stessa Perego a chiudere con il gran finale: “C’è una buona notizia. Non si riprodurranno, quindi sono destinati all’estinzione”. Alleghiamo il podcast della puntata di sabato.
Critiche e commenti negativi si sono scatenati sulla pagina Facebook di Radio 2 come: “Cortesemente, chiederei delle scuse ufficiali da parte delle due presentatrici a tutta la comunità asessuale. Inoltre, ci terrei a sottolineare che l’asessualità è parte della comunità Lgbtqia ed è un orientamento sessuale riconosciuto a livello mondiale, non un morbo che si deve curare. Insultando noi significa insultare parte della stessa comunità Lgbtqia che spesso sentiamo elogiare e apprezzare anche sui vostri palinsesti”.
E diciamo che Paola Perego ha un paio di precedenti alle spalle per affermazioni sconvenienti. Nel 2017, la Rai ha chiuso il programma “Parliamone sabato” per una lista di luoghi comuni che dovrebbero indurre un uomo a scegliere una ragazza dell’Est. Nel 2015 è stata inoltre condannata in Cassazione per aver definito – durante una puntata di Verissimo del 2006 – “Bastardi” degli imputati per l’omicidio di un bambino; un caso che ha visto il proscioglimento delle persone in questione.
Certo, non si potrà parlare di una grave discriminazione, trattandosi sempre di intrattenimento radiofonico, ma un conto è la battuta singola; un altro è calcare la mano bollando una categoria di inferiorità. Siamo in u’epoca – per altro – in cui definire “malattia” l’orientamento di qualcuno, porta la società ad escludere l’individuo.
Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)