Morgan in concerto ad Arzignano: recensione, scaletta e gallery

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Non chiamatelo “happening”. Non chiamatelo nemmeno “evento”, non sia mai. Quello che stasera Morgan ha tenuto ad Arzignano, in provincia di Vicenza, è stato un concerto a tutti gli effetti. Oddio, a dire la verità c’è stato molto, molto di più: questa fredda serata di fine giugno è stata infatti un’occasione non soltanto per ascoltare buona musica ma anche per sentir parlare questo straordinario artista di poesia, arte, traduzione e pure un po’ di politica.
Ecco come è andata nel dettaglio!

Morgan inizia il concerto con “Preludio in do maggiore” di Bach, dedicando il brano all’astrofisica Margherita Hack, scomparsa proprio ieri mattina; già da subito si capisce che lo spettacolo sarà diverso e originale rispetto al solito, viste le continue (e lunghissime) digressioni del cantante, che sa spaziare dagli argomenti più vari e raffinati con una naturalezza a tratti disarmante. È così che si arriva a parlare del rapporto fra lirica e epica (De André è epico perché parla in terza persona, mentre Tenco è lirico perché parla dei propri sentimenti), o della traduzione/trasmigrazione di un testo, che può passare, non senza difficoltà e “tradimenti”, da una versione poetica ad una melodica.

La serata procede, quasi come un flusso di coscienza, sviluppandosi su livelli sonori sempre più particolari e ricercati: da “Il sociale e l’antisociale” di Francesco Guccini a “Hobby” di Luigi Tenco (o Tecno, come ha preferito chiamarlo) passando per Fabrizio De André, cantautore a lui particolarmente caro: del concept album “Non al denaro, non all’amore né al cielo” Morgan estrapola “Un giudice” e una versione inglese de “Un medico“, per concludere l’omaggio con “Valzer per un amore” e “Dormono su una collina“.

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Accompagnato dal fidato Megahertz, il cantante monzese lascia spazio anche ad un po’ di glam (magnifica la versione “bioelectric” di “Fashion” di David Bowie) e ad alcuni pezzi del suo repertorio classico (se così si può dire!) come “Crash“, “Contro me stesso” e la celebre “Altrove“, proposta in una chiave elettronica che ha preso ispirazione a piene mani da Daft Punk e Massive Attack. Chiudono quest’orgasmo sonoro le note di “Recitativo Corale” di De Andrè, con le quali il Castoldi si congeda da un pubblico infreddolito, forse un po’ trastornato ma sicuramente divertito e incuriosito da tanta conoscenza e cultura musicale.

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Con il suo genio e la sua sregolatezza, Morgan è venuto a dare una bella botta di vita a questo paese della provincia veneta: noi ci auguriamo di cuore che almeno un piccolo segno l’abbia lasciato.

Scaletta

Preludio in do maggiore
Il sociale e l’antisociale
Valzer per un amore
Un giudice
Dormono su una collina
Un medico (versione inglese)
Hobby
Fashion
Crash
Contro me stesso
Altrove

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