Auguri Antonio Aiazzi, regalaci un nuovo 17 Re!

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Potrà sembrare irrituale porgere gli auguri al più importante tastierista new wave/postpunk della storia italiana e chiedere un regalo invece che farlo. Ma noi fan siamo così, entusiasti e un po’ bambini, e nel celebrare i 55 anni di Antonio Aiazzi vogliamo anche chiedergli un dono che solo lui (assieme ai suoi compagni dei Litfiba) può farci.

Antonio, Ghigo, Piero, Gianni, ridateci i Litfiba che furono e costruite il nuovo 17 Re, album più bello della storia del rock italiano dell’ultimo trentennio a giudizio di chi scrive, e pazienza se qualcuno non sarà d’accordo.

Ma badate bene, non chiediamo un disco appiattito sulle nostalgie e sui ricordi di un tempo che non tornerà più. 17 Re rappresenta una traccia simbolica, e vuole solo segnare la strada verso il futuro. I tempi sono cambiati, le sonorità anche, ma è l’anima che rimane.

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Quel disco fu nuovo, anticonformista, innovativo come pochi, a partire dalla sua confezione di doppio LP in un periodo in cui si tendeva a fare dischi brevi, badando più che altro a curare il singolo apripista e buttando dentro 6-7 riempitivi.

Quel disco invece segnò una stagione nuova, e l’inizio – o per meglio dire, il consolidamento – di un mito e di un seguito fanatico e irripetibile. Chi di voi c’era ai concerti dei Litfiba negli anni 80 ricorda come tutti, dal primo all’ultimo, conoscessero i testi di tutti i pezzi a memoria, e li cantassero a squarciagola dall’inizio alla fine.

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E chi non ricorda i Litfiba sbarcati sulle spiagge come marziani a cantare Luna in un programma di Maria Teresa Ruta? E la leggendaria partecipazione alla trasmissione Orecchiocchio e poi al D.O.C. di Renzo Arbore in cui Piero dileggiò il mito di Elvis Presley per lo sdegno del conduttore Gegè Telesforo. Ecco il dialogo che ricordo come fosse ieri:

Piero: “Volevo dire… Elvis, machissei aò?”

Telesforo (seccato): “Ce ne fossero tanti come Elvis”

Gelo in studio e risate dei fan da casa. E poi via a Resta e Gira nel mio cerchio, con la gente seduta e Piero che cercava disperatamente di farli saltare!

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Tutto questo ci manca. Rivogliamo i Litfiba, quelli veri della Trilogia, e sfruttiamo il giorno del compleanno del “Marchese” Antonio Aiazzi (non ce ne voglia!) per urlarlo al cielo.

E per chi come me c’era nel 1987 alla discoteca Prego di Milano per il 17 Re Tour, o al famoso concerto del Tenax di Firenze nello stesso tour… per tutti noi, per tutti voi, lasciatemi intonare:

“una parte di me per sempre resterà qui, mentre la mia anima vola sul fronte est”

Sotto, il collage fotografico celebrativo della fanpage del Marchese Antonio Aiazzi su Facebook.

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