Chris Cornell, l’ultimo “pezzo pregiato” caduto nella collezione dei “social-becchini”

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In questi giorni sono deceduti alcuni personaggi influenti della musica e della cultura. L’ultimo è Chris Cornell, ma possiamo citare anche Robert Miles per il mondo della musica – in tanti siamo stati “discotecari” o amanti della Dance Anni Novanta –  ed Oliviero Beha per quello del giornalismo italiano.

Appena viene a mancare un personaggio noto, Facebook lo celebra, anche se ormai lo fa con lo stampino. Tutti si precipitano a pubblicare sulla propria bacheca il video della canzone più nota di un determinato artista. Tutti, indipendentemente dal genere che solitamente ascoltano e dal grado di conoscenza della produzione del defunto.

Prendi il primo video di Black Hole Sun che trovi su Youtube e lo condividi. Così.  Prima o poi a tutti capita di stare male, essere tristi o piangere per la perdita di un personaggio famoso di cui si è stati seguaci. E’ la vita. Ma non può accadere sempre. Se sino a ieri, per fare un esempio, hai postato canzoni di Justin Bieber, viene difficile credere che tu possa essere fan dei Soundgarden, che per altro non facevano neanche musica da “massa”,  commerciale.

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Ma c’è anche di peggio rispetto al video: la didascalia che lo accompagna. Muore uno sportivo? “RIP campione”. Muore un cantante? “RIP grande artista” o in alternativa, “RIP poeta”. Muore un giornalista? “RIP penna libera”. E poi c’è l’aggiunta della considerazione sull’anno funesto. Che sia il 2017 o il 3084, è sempre il peggiore anno possibile per quanto riguarda le morti degli artisti. L’anno ha 365 giorni – 366 se bisestile – gli anni passano ed è impossibile che nessun personaggio famoso muoia. E’ la vita. (Come sopra)

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Sicuramente è una cosa che abbiamo fatto tutti, anche inconsapevolmente. Il “social-becchino” professionista, però, è di tanto in tanto così distratto dalla fretta di dover esprimere a tutti i costi e prima di tutti il proprio Face-cordoglio acchiappa Like, che può cadere di tanto in tanto in errori madornali, come ad esempio credere – è successo sul serio – che per una beffarda coincidenza siano morti in contemporanea  Cassius Clay e Muhammad Ali.

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".