Politica e intrattenimento radiofonico: Nicola Savino e la necessità di capire quando darci un taglio

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Negli scorsi giorni abbiamo parlato – esponendo pensieri del tutto soggettivi – dell’argomento Politica inserito nell’intrattenimento radiofonico. Lo spunto ci è stato fornito dall’intervista a Matteo Renzi andata in onda durante Tutto Esaurito su Radio 105.

Ci permettiamo di dare un’appendice a tale argomento fondando le nostre considerazioni sul punto di vista di  un comune ascoltatore, dato che chi scrive può definirsi esperto nella stessa misura in cui può considerarsi addetto ai lavori nel pallone un calciatore che milita in Terza Categoria.

Uniamo la tensione che si sta creando a causa del referendum per il quale saremo chiamati a votare a dicembre, all’aggressività che circola sui social network, piattaforme ove spesso si leggono insulti  epiteti o sospetti anche sulle questioni più innocue.  Ne scaturirà un cocktail micidiale.

Due giorni fa – durante la puntata di Deejay Chiama Italia – Linus e Nicola Savino hanno parlato della cena alla Casa Bianca con ospite Matteo Renzi assieme ad una delegazione di italiani “di prestigio”. Le polemiche sul costo del Volo di Stato sono state sicuramente futili, ma nel commentare la notizia Linus ha cercato  di mantenere un profilo sobrio, mentre Savino  è stato quantomeno esuberante riferendosi in particolare ai “grillini” alias Movimento 5 Stelle: “Polemiche pure sui voli di Stato”, avete veramente rotto il c…“.

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A questo si è aggiunto un nuovo tormentone – ne sono nati tanti durante il programma delle 10:00 di Deejay – quello dei “Vergognas“. Durante la seconda ora del programma sono stati letti dei messaggi di contestazione contenenti un certo astio, dal “Pidioti” al “Renziani di m…”.  E Linus ha offerto 100 euro a chiunque fosse stato in grado di trovare nell’ultimo anno una affermazione a favore del Presidente del Consiglio.

Se i conduttori siano “Renziani” o meno non ci interessa, come questa non vuole essere la sede di illazioni come: “Ah, parli così perché l’azienda per cui lavori è di proprietà di X che è politicamente vicino a Y“. Vogliamo però evidenziare – sempre precisando che si tratta dell’analisi di un singolo individuo – che mentre Linus, stufo da tempo dei social tanto da essersi rapidamente cancellato da Twitter,  cercava di svicolare dal tema politico avendo 10 anni d’età ed esperienza in più, Savino portava avanti la sua presunta running gag ripetendo sino all’arrivo dell’ospite del giorno “Vergogna” in un clima fattosi pesante per stessa ammissione dei presenti in studio.  Per altro le accuse di servilismo sono arrivate da persone dichiaratesi non grilline.

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E’ emerso in questo contesto – ribadito anche ieri durante il commento della notizia sulla sonda poi giunta (forse) su Marte – il difetto più evidente del conduttore che ormai potrebbe essere considerato un esperto in fatto  di comunicazione radiotelevisiva,  ovvero quello di non comprendere -a volte – quando sarebbe il caso di darci un taglio.

Si potrebbe dire, e la libertà? C’è  chi provoca molto più ferocemente. Indubbiamente ogni conduttore ha il diritto di obbedire esclusivamente alla scaletta, ma se nascono polemiche sarebbe opportuno non lamentarsene se non si conduce una trasmissione nata appositamente per ospitarle e reggerle. Facciamo un esempio, La Zanzara di Giuseppe Cruciani, che il direttore di Deejay ha tentato di portare in Via Massena: Cruciani riceve quotidianamente insulti, minacce creando ed amplificando i contrasti. Non si lamenta mai della violenza eventuale con cui viene attaccato, anzi, tendenzialmente pesca i propri detrattori dando loro spazio per poi demolirli telefonicamente e a volte – come nel caso del vegano Vassallo – affrontandoli faccia a faccia.

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Ma Deejay Chiama Italia – fermo restando che ogni aggressione, social, verbale o fisica non è mai accettabile o giustificabile  –  è un programma di svago fatto per l’ascoltatore medio, per la casalinga che stira, per lo studente che di tanto in tanto si deconcentra a causa della radio. Con un clima naturalmente disteso – quello verso il quale in qualche modo Linus cercava di andare nel tentativo di stemperare la tensione – difficilmente tale format riceverà accuse di parzialità o “zerbinismo”. Poi, certamente qualche saccentone a proposito di notizie di carattere scientifico non mancherà mai, ma questo fa parte della normalità.

Un’ultima annotazione, sempre da parte di chi sta da questa parte della radiofonia che conta:  le etichette che tendono a sminuire o dileggiare danno  fastidio: a Linus e Savino ha dato visibilmente – o per meglio dire “orecchiabilmente” fastidio  la definizione di “Pidioti” – neologismo oggettivamente discutibile – e allora perché anche loro si riferiscono al Movimento 5 Stelle con “grillini”?. Esistono forse i “Berluschini”, i “Salvinini” o i “Melonini”?

Stefano Beccacece (On Twitter @Cecegol)

 

 

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".