Negramaro vs Francesco Sarcina vs Max Pezzali: la sfida dei singoli italiani per l’estate 2015

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Quest’oggi, venerdì 24 aprile, ben tre grandi rappresentanti del pop melodico italiano hanno deciso di pubblicare i rispettivi singoli, tutti arrivati (chi più, chi meno) senza nessun strombazzamento pubblicitario: stiamo parlando di Tu sei la mia città dei Negramaro, di Femmina di Francesco Sarcina e infine È venerdì di Max Pezzali.

Mentre i pezzi di Pezzali e Sarcina sono particolarmente orecchiabili ed estivi, quello dei Negramaro (perfettamente in linea con lo stile a cui la band salentina ci ha abituati) è molto più introspettivo e punta a diventare una mega hit da stadio per il loro prossimo tour; ad un primo ascolto, Sei tu la mia città ha molto dei Coldplay e anche qualcosa degli U2, mentre la canzone di Pezzali la trovo deboluccia e banalotta e quella di Sarcina, al contrario, mi piace davvero molto.

La direzione presa dalle case discografiche di questi tre pilastri della musica pop italiana sembra essere chiara: fare uscire tre “singoloni” un po’ piacioni subito prima dell’arrivo dell’estate per renderli possibili tormentoni e dunque massimizzare i profitti. Chi l’avrà vinta?

Qui sotto potete ascoltare le tre canzoni e leggere i testi. Quale vi piace di più?

Testo

La strada si aggroviglia nei tuoi capelli
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi
ha il cuore che sa di asfalto e di preghiere
e la macchine ti attraversano senza più guardare
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci
e allacciami i tuoi dubbi alle scarpe se poi tu non mi credi
se non mi credi

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il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghie affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte nel segno dei più bei ricordi
concedimi la pace dei treni senza più rimorchi
e montami negli occhi come un tram a fari spenti
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi

sei tu la mia città
sei tu la mia città che mi spaventa quando è sera
che mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
una sola in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
quando c’è il brivido degli altri
perché sei tu la mia città
la mia cittò

le case che aprono le gambe agli sconosciuti
e le chiese sono bocche di donne coi fucili appesi
le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni
il fumo porta via con sé gli ultimi avanzi
nascondami dagli altri son troppo comodi i tuoi denti
e sputami poi fuori quanto stenderai i tuoi panni
e lavami nel fiume se vorrai ancora indossarmi
e rimnoccami le maniche quando pioverai dai muri
e soffiami sul mondo come quasi fossi vento

sei tu la mia città
sei tu la mia città che mi spaventa quando è sera
che mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
una sola in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
quando c’è il brivido degli altri
perché sei tu la mia città
sei sempre solo la città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli son neri
e ti ricordi solo allora
della tua vera natura
e hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre un poco accesa (X2)

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sei tu la mia città

 

Testo

femmina
che cosa sei?
come un fulmine domini l’aria e non c’è scampo
baciami
e fai di me
l’unico scemo che ha fumato l’eliotropio
ma la tua bocca induce follia
e lascia che sia
a portarmi via
sì, lascia che sia
un’estate solo per noi
che non sappiamo fermarci mai
e far l’amore in ogni dove senza chiedere
un’estate magnifica
prima donna e si sa il perché
più l’aspetti e più si fa desiderare lei
lei è vita è femmina

femmina
tu sei così
come il cuore che batte costante per l’altare
ma guardami
e non vedi che
io sono satiro che ti rincorre per mangiarti
e lascia che sia
un’estate solo per noi
che non sappiamo fermarci mai
e far l’amore in ogni dove senza chiedere
un’estate magnifica
prima donna e si sa il perché
più l’aspetti e più si fa desiderare lei
prendi questo cuore e mettilo da parte amore
non sarà di certo solo se lo tieni tre le mani
ho imparato sulla pelle che bisogna aver coraggio
perché avere ad occhi chiusi tra le braccia di chi pensi di amare
e lasciati andare
più l’aspetti e più si fa desiderare
un’estate magnifica e si sa il perché
più l’aspetti e più si fa desiderare lei
lei è vita è femmina
più l’aspetti e più si fa desiderare
lei è vita è femmina

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Testo

L’uomo nell’altra macchina ha una faccia che già ho capito
Che non mi farà passare
Che piuttosto preferisce morire
Che concedere un centimetro a me

Quattro gocce ed è sempre così
Siamo bloccati qui
A guardare le lancette girare
Per non diventare matti, sognare
E scappare di non tornare mai più

Grazie a Dio è venerdì e
Grazie a Dio sei qui
E cacceremo via i pensieri
Torneranno lunedì ma non pensiamoci
E godiamoci ogni istante

Guardo il tergicristallo che va
Corre di qua e di là ogni volta
Cancellare la pioggia
Ma ogni volta viene giù un’altra goccia
Poi altre mille finché ripasserà

Forse siamo anche noi come lui
Non ci fermiamo mai
Ma poi il vetro si continua a bagnare
Quello dietro ha cominciato a suonare
Metto in prima sennò mi ucciderà

Grazie a Dio è venerdì
E grazie a Dio sei qui
E cacceremo via i pensieri
Torneranno lunedì ma non pensiamoci
E godiamoci ogni istante

Mi apro un Chiringuito in spiaggia al sole dei tropici
Ed io saluto non cercatemi… Sì

Grazie a Dio è venerdì
E grazie a Dio sei qui
E cacceremo via i pensieri
Torneranno lunedì ma non pensiamoci
E godiamoci ogni istante

Grazie a Dio è venerdì
E grazie a Dio sei qui
E cacceremo via i pensieri
Torneranno lunedì ma non pensiamoci
E godiamoci ogni istante

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