Morto Mario Cherubini, il papà di Jovanotti, ricordiamolo con una canzone (video)

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Ieri all’età di 81 anni nella sua Cortona è morto Mario Cherubini, il papà di Lorenzo che tutti conoscono con il nome d’arte di Jovanotti. Più di mille parole inutili e spesso scontate, abbiamo pensato di dedicargli la stessa canzone che Lorenzo scrisse su di lui, dal titolo Mario, inclusa nell’album “Lorenzo 1994”. Il testo è molto profondo e parla di quando il padre lo aveva portato al funerali degli agenti di scorta di Aldo Moro, impartendogli una lezione utile per tutta la vita e che lo avrebbe aiutato poi a essere un padre. Un discorso che potrebbe valere per ciascuno di noi.

Rileggiamone attentamente il testo e ascoltiamola insieme. Ciao Mario.

TESTO MARIO | JOVANOTTI

Mi ricordo da bambino che mio padre era spesso arrabbiato con me
e non sapevo perché
ritornavo dalla scuola verso l’1.40
e la fame era tanta
con mia madre che diceva che c’è?
Lorenzo dimmi che c’è?
come è andata? come mai non mi dici mai niente?
ma che razza di gente
questi figli che ho
certe volte non so
cosa ho fatto per vedervi dire sempre di no
non lo so, non lo so ma ti droghi?
fai vedere le braccia
ma che razza di faccia
non mi piace per niente
quella razza di gente
con la quale ti vedi
ma che cosa ti credi
che tuo padre ed io non ti vogliamo bene?
sempre le stesse scene
ogni giorno ogni sera quella stessa atmosfera
mentre mio padre mi vedeva crescere
lui mi sembrava non potesse invecchiare
mentre crescevo tre centimetri l’anno
lui era sempre uguale
Mi ricordo a 12 anni un pomeriggio di sole
mi portò a un funerale
ma era uno speciale
che non c’era neanche un morto parente
neanche un conoscente
solo un sacco di gente
seria molto composta
una specie di festa al contrario
e mio padre Mario
mi diceva Quando avrai un po’ più anni
potrai dire io c’ero
ai funerali degli agenti della scorta di Moro
questa sera quasi 27 anni
sto leggendo il giornale
e di quel funerale
mi risale l’immagine in mente
e ho chiarissimo in testa
quel concetto di festa al contrario
e di mio padre Mario
che per come era sempre severo
mi appariva sincero
nel dolore del restare impotente
insieme a molta altra gente
che sostava di fronte
al potere di pochi
sulla vita di molti
e a quei volti sconvolti
delle madri delle mogli dei parenti e dei figli
degli agenti della scorta di Moro
e mio padre Mario era così serio
E mi teneva sulla testa una mano
quel pomeriggio è lontano
quasi 20 anni fa
i negozi che chiudevano in tutta la città
ogni cosa era strana nella mia fantasia
non capivo perché in giro c’era tutta quella polizia
le sirene spiegate
le serrande abbassate
sono più grande ma le cose non sono cambiate
La mia mano è più grande
e mio padre più anziano
la mia mamma si preoccupa perché sono lontano.
Questa storia che ho detto con la rima baciata
non so forse neanche io perché ve l’ho raccontata
forse il centro di tutto è quella mano che mio padre mi appoggiò sulla testa
questo è quanto mi resta
un ricordo profondo
grande come il mondo
questo gesto che mio padre ebbe il cuore di fare
questo gesto d’amore mille volte più potente di un pugno
in questa notte di giugno in cui scrivo
mi fa essere vivo
pronto ad essere padre a mia volta
e a spiegare a mio figlio bambino
come ogni destino si unisce si confonde e si intreccia
in comune con le altre persone
gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è dato
ogni piccolo diritto che nel mondo è violato
è una ferita per tutti gli esseri della terra
e finché non c’è giustizia ci sarà sempre guerra

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About Luca Landoni 20112 Articles
Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Lombardia. Amante in particolare di gothic/dark e progressive rock. Ha lasciato il cuore nei Marillion epoca Fish. Contatto diretto: blog@gamefox.it