E’ da premettere che chi scrive ascolta frequentemente La Zanzara, programma in onda su Radio24 , condotto da Giuseppe Cruciani con la partecipazione di David Parenzo. Chi è assiduo ascoltatore avrà intuito la “politica” del programma, volta a dar voce a qualsiasi opinione, anche la più perversa ed assurda.
Non si vuole qui difendere l’operato del conduttore nella gestione della telefonata con tale Giorgio da Genova, avvenuta il 12 novembre – ed anzi l’autore di questo post crede che l’esplicito riferimento all’eliminazione fisica di un singolo o di un gruppo vada oltre la lecita libertà di opinione – ma La Zanzara, che non può essere considerato un vero e proprio programma d’informazione, va avanti dal 2006 cercando proprio contenuti più scabrosi. Si tratta di un format costruito per sfuggire alle logiche della linea editoriale dell’emittente, la quale si basa su un linguagio abbottonato e puramente giornalistico.
Il titolo è emblematico a proposito dello scopo della trasmissione: non compiacere ma, possibilmente, dar fastidio all’ascoltatore medio assumendo posizioni che, oltre a superare i tabù, probabilmente oltrepassano anche le vere convinzioni dei due conduttori.
Chiararamente, un programma di questo ripo, che ricalca lo stile del notissimo speaker americano Howard Stern . attira le telefonate di gente non normalissima; telefonate che poi suscitano l’effetto di mobilitare la stampa. Ed è ciò che è accaduto oggi con l’articolo, sia sull’edizione cartacea sia sul sito del Fatto Quotidiano , del giornalista Giampiero Calapà.
E’ vero che probabilmente anche alla libertà di espressione andrebbe posto un limite quando si parla apertamente di sterminio – soprattutto se si tratta di argomenti delicati come quello dei rom è in questo momento – ma a volte la gravità delle affermazioni dev’essere accentuata a seconda di chi le fa. La trasmissione avrebbe dovuto avere una sospensione, o meglio una chiusura, se certe cose le avessero dette i conduttori del programma, mentre qui ci si è trovati di fronte un povero represso che paerlava fieramente di Mein Kamopf e di Hitler, fino quando Parenzo non lo ha apertamente minacciato di denuncia. Da quel momento Giorgio da Genova ha iniziato a farfugliare e a fare retromarcia e a pregare Cruciani di non tradirlo.
Più che dii ricerca di ascolti, qui si può parlare di eccessiva libertà espressiva. Sarebbe stato necesario buttare giù, ma consideriamo anche gli insulti che i due conduttori si prendono ogni sera, forse anche con una certa dose di masochismo ed onanismo da radiofonia, senza batter ciglio. Parenzo, tra l’altro, deve buttar giù anche qualche disdicevole insulto “razziale”.
Chi si indigna, si arrabbia si rode il fegato, non sa che in quel momento sta facendo il gioco di Cruciani. Se non fosse scomoda e a tratti indecente così com’è, La Zanzara non avrebbe senso.