Drake – Nothing Was the Same: recensione

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Metti un pomeriggio a Parco Sempione con Drake in cuffia. Così ho deciso di ascoltare l’ultima fatica in studio di uno dei (o forse l’unico?) rapper migliori che il Canada abbia mai partorito. Disteso sulla soffice erba che mi solleticava la fronte e con gli ultimi raggi di sole che mi accarezzavano il viso, mi sono goduto, pezzo dopo pezzo, Nothing Was the Same, disco rap estremamente piacevole ed equilibrato: in effetti, contrariamente a tanti altri suoi colleghi, Drake non è il rapper da ghetto tutto bitches, Crystal e parties. Fortunatamente, questo ventisettenne di Toronto è al contrario il classico gentleman che piuttosto preferisce cantare i suoi sentimenti verso la ragazza che possiede il suo cuore, come nel caso di Own It (Next time we fuck, I don’t wanna fuck, I wanna make love, Next time we talk, I don’t wanna just talk, I wanna trust, Next time I stand tall I wanna be standin’ for you) o della meravigliosa Hold on we’re going home (I got my eyes on you, you’re everything that I see, I want your hot love and emotion endlessly, I can’t get over you, you left your mark on me, I want your hot love and emotion endlessly), tanto bella da ricordare Marvin Gaye.

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Non dimentichiamo, comunque sia, che vi sto pur sempre parlando di un disco rap, per cui al suo interno non mancano pezzi più incisivi e badass come l’ottima All me (collaborazione con 2 Chains e Big Sean),  Language, o la traccia d’apertura Tuscan Leather, nella quale però Drake si permette di formulare un’autocritica ad alcuni cliché del suo stesso genere (How much time is this nigga spendin’ on the intro?). Apprezzabile anche Wu Tang Forever, che contrariamente al titolo non fa alcun riferimento alla crew di Method Man e RZA.

Inoltre, la commistione con l’R&B, una costante dei dischi di Drake, rende Nothing Was the Same un album estremamente godibile e meno pesante di tanti altri dischi rap, che pur essendo di qualità, possono a volte risultare pesanti ad un ascolto più attento: sono in questo caso davvero efficaci, in quanto “diversivi”, le ballate Come Thru e, in particolare, Furthest Thing.

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Molto valide anche le collaborazioni, come l’emozionante From Time (insieme a Jhene Aiko) oppure Pound Cake/Paris Morton Music 2 con Jay-Z (canzone che vanta un’ottima produzione); niente di che, invece, 305 to my city feat. Detail, al mio orecchio il pezzo più noioso di tutto il disco.

In definitiva, Nothing Was the Same è un progetto coerente e ben costruito, che dimostra le evidenti doti di scrittura di Drake e la sua naturale propensione per il cantato, caratteristiche che lo rendono allo stesso tempo host e featuring di sé stesso: per mio gusto personale, mi piacerebbe sentire quest’artista in un album completamente melodico, poiché sono dell’opinione che seguendo questa via potrebbe ottenere risultati ancora migliori. Mentre vi scrivo, fra le altre cose, Drake si sta godendo la prima posizione nella classifica dei dischi americana, chiara dimostrazione che non sono l’unico ad apprezzare il suo indubbio talento.

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Tracklist

1. Tuscan Leather
2. Furthest Thing
3. Started From The Bottom
4. Wu-Tang Forever
5. Own It
6. Worst Behaviour
7. From Time
8. Hold On, We’re Going Home
9. Connect
10. The Language
11. 305 To My City (Ft Detail)
12. Too Much
14. Pound Cake (Ft Jay Z) / Paris Norton Music 2
Deluxe:
15. Come Thru
16. All Me

 

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