Baustelle live a Sesto Fiorentino: la recensione

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Le melodie del tempo e dell’amore inserite nella rossa cornice della lotta partigiana. E’ questo il senso dell’esibizione dei Baustelle a Sesto Fiorentino, in occasione della Festa della Liberazione di domenica primo settembre.

Il gruppo di Montepulciano ha spalmato in quasi due ore di concerto le musiche e i suoni del nuovo album “Fantasma“, mescolandoli con alcuni brani del passato. “Libertà, è una parola da prendere con le molle, e oggi è usata un po’ alla c***o di cane”. Si è presentato così un elegantissimo Francesco Bianconi al pubblico di Sesto. La denuncia è da sempre un punto focale delle sue canzoni, inserita abilmente in suoni ricercati e interpretati con tonalità profonde e buie, che dal vivo vagamente ricordano De Andrè.

Il nuovo album ha occupato ovviamente la maggior parte della scaletta. “Radioattività” e “Diorama” le performance più impressionanti, grazie anche al carisma e all’imperiosa capacità vocale di Rachele Bastreghi. Lo spettacolo avanza con “Cristina“, una traccia più ritmata rispetto alle precedenti che trova nell’orchestra la propria espressione essenziale e naturale. Dalla Toscana, Bianconi si sposta poi nei pressi di Roma con “Conta l’inverni“, canzone in romanesco “che riguarda la possibilità di passare la propria vita in carcere”.

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Ancora protagonista Rachele con “Monumentale“, che fa da prologo alla punta di diamante del nuovo disco, “La morte (non esiste più)“. E a giudicare dall’entusiasmo del pubblico, anche la più attesa della prima parte del concerto.

La prima canzone “di qualche anno fa” presentata al pubblico è “La moda del Lento“. Un salto nel “Sussidiario” Bianconi lo effettua con “La canzone del parco“: ogni singolo verso viene esaltato dall’intreccio delle voci dei due protagonisti. E giù applausi, soprattutto per la funambolica Bastreghi.

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Il punto di svolta arriva con “La canzone di Alain Delon“, un’imbattibile vecchia gloria che risveglia l’entusiasmo del pubblico. L’apoteosi viene però raggiunta con “EN“, canzone d’amore dai malinconici accenti suonata in maniera più ritmata rispetto alla vecchia versione. Siamo vicini al termine dello spettacolo e il ritmo accelera.

Un salto nella “Malavita” con “Il corvo Joe” e quel memorabile incipit che è “I barboni mi guardano mentre mastico la lucertola”. Poi Bianconi torna per un attimo al 2013 e intona “L’estinzione della razza umana“: titolo emblematico, che non necessita di ulteriori commenti.

Il gruppo esce di scena, ma poco dopo Bianconi è già davanti al microfono. Comincia “Le rane” e allora sì, ci si accorge di assistere davvero a un concerto dei Baustelle. I bis proseguono con “La guerra è finita” e con “Andarsene così“. Troppo scontato andarsene così, appunto. E allora dopo una brevissima pausa, la banda – per dirla, con un gusto un po’ retrò, alla Bianconi – dà la buonanotte al pubblico di Sesto con una versione lenta e acustica di “Charlie fa surf” . La traccia classica poco avrebbe calzato con il contesto del nuovo album.

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La scaletta completa:

Fantasma (titoli di testa)
Il Futuro
Nessuno
Radioattività
Diorama
Cristina
Conta l’inverni
Monumentale
La morte (non esiste più)
La moda del Lento
La canzone del parco
La canzone di Alain Delon
E.N.
Il corvo Joe
L’estinzione della razza umana

Le rane
La guerra è finita
Andarsene così

Charlie fa surf

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